GQ (Italy)

80 ANNI DI OTTOMILA

Ha già scalato 12 volte le vette più alte del mondo, 7 delle quali senza ossigeno. Carlos Soria vuole di più: essere il più vecchio ad averne prese 14

- Test odi CLAUDIO PRIMA V ESI

Il Dhaulagiri (8.167 metri) è il suo marlin, parafrasan­do Il vecchio e il mare di Hemingway. Carlos Soria, 80 anni il 5 febbraio, con l’ottomila nepalese ha già lottato nove volte e ad aprile proverà a scalarlo per la decima. Per continuare a inseguire il sogno di diventare l’uomo più anziano ad aver scalato le 14 vette più alte della terra. Oltre al Dhaulagiri gli manca il Shisha Pangma (8.027 metri), e sette li ha saliti senza ossigeno.

Un viaggio iniziato tardi per l’ex tappezzier­e originario di Avila, in Spagna. E costellato di imprevisti. L’ultimo si chiama rodilla, il gi nocchio. In autunno si è dovuto sottoporre a un intervento per installare una protesi. E così ora si ritrova a organizzar­e contempora­neamente la prossima spedizione, la riabilitaz­ione e la ricerca di uno sponsor per coprire le spese. L’ultima volta ha pagato tutto di tasca propria. «Nonostante un’infezione alla pelle, che ha ritardato i programmi, mi sento in forma, ma fino a quando non sarò sicuro di essere nelle migliori condizioni per ritentare il Dhaulagiri, non deciderò: anche se non dovessi trovare uno sponsor, ci andrò lo stesso, è quello che desidero, non lo faccio sempliceme­nte perché sono alla ricerca di un record». E poi di primati ne ha comunque già colleziona­ti un po’: unico uomo ad aver scalato dieci Ottomila dopo i 60 anni; persona più anziana ad aver raggiunto la vetta del K2, del Broad Peak, del Makalu, del Gasherbrum I, del Manaslu, del Kanchenjun­ga e dell’annapurna, ultima vetta conquistat­a in ordine di tempo, a 77 anni. «L’annapurna è stata la sfida più difficile perché è una montagna pericolosa, anche se tecnicamen­te il K2 è più difficile, ma il record a cui tengo di più è non avere mai subito un congelamen­to in tante spedizioni himalayane».

Già, quella capacità di sapere rinunciare, nonostante l’ubriacatur­a d’alta quota, che ti fa capire quando è il caso di fare dietro front, anche a pochi metri dalla vetta. «La discesa è la parte più difficile, anche sul Dhaulagiri e sul Shisha Pangma sono arrivato oltre quota 8.000, ma ho saputo tornare indietro: al Kanchenjun­ga ho visto morire cinque delle dieci persone che erano con me a pochi metri della vetta e l’aspetto più brutto è che spesso gli sherpa non decidono, ma seguono gli alpinisti, dai quali sono pagati, verso la morte».

L’elisir di giovinezza? Si allena tutti i giorni: bici, sci di fondo, arrampicat­a, esercizi per le braccia e addominali. Alimentazi­one varia, poco di tutto. E l’ostinazion­e. Il primo Ottomila, il Nanga Parbat, l’ha salito nel 1990, ma c’è una montagna che dice tutto della storia, il Manaslu. «L’ho tentato nel 1973 ma sono riuscito a scalarlo solo dopo 37 anni». Se arriverà sul Dhaulagiri, Soria tenterà anche il Shisha Pangma. Nel suo paese, ai piedi della Sierra de Guadarrama, gli hanno intitolato una piazzetta. Ma Carlos non ha nessuna intenzione di fermarsi.

 ??  ?? 1978: Carlos Soria in montagna con la famiglia. Oggi ha 80 anni e continua a scalare le vette più alte del pianeta
1978: Carlos Soria in montagna con la famiglia. Oggi ha 80 anni e continua a scalare le vette più alte del pianeta
 ??  ?? Soria è la persona più anziana ad aver salito con successo 7 Ottomila su 14: il K2 (65 anni), il Broad Peak (68 anni), il Makalu (69 anni), il Gasherbrum I (70 anni), il Manaslu (71 anni), il Kanchenjun­ga (75 anni) e l’annapurna (77 anni)
Soria è la persona più anziana ad aver salito con successo 7 Ottomila su 14: il K2 (65 anni), il Broad Peak (68 anni), il Makalu (69 anni), il Gasherbrum I (70 anni), il Manaslu (71 anni), il Kanchenjun­ga (75 anni) e l’annapurna (77 anni)

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