AVVENTURA OLFATTIVA
Montblanc ha creato Explorer, un profumo legnoso-aromatico che invita alla fuga
I veri viaggiatori sanno che l’avventura non ha limiti. «Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avrete fatto, ma da quelle che non avrete fatto», scriveva Mark Twain. «Quindi levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite». Per l’avventuriero, infatti, finita una sfida è subito tempo di pianificarne una nuova. Ed è quello che ha fatto Montblanc. Dopo le fragranze Legend ed Emblem, la maison crea un nuovo eau de parfum, Explorer, avvalendosi del talento di tre maître parfumeur dell’azienda Givaudan che hanno scelto ciascuno un ingrediente per comporre questo jus nato per raccontare il viaggio olfattivo di ogni uomo. La nota di testa è il bergamotto di Calabria. Il “naso” Antoine Maisondieu l’ha scelto perché «è particolarmente luminoso, come un individuo pieno di risate e di gioia». Il cuore della piramide olfattiva proviene invece da Haiti, esattamente dalla regione di Les Cayes, ed è l’olio di vetiver più raffinato e carismatico al mondo. «Ci vuole tempo per capirne veramente la ricchezza», spiega Olivier Pescheux. «Autentica, cruda e terrosa, questa radice ha forti accenti maschili». Nel fondo c’è invece il patchouli dell’indonesia, nitido ed elegante, scelto da Jordi Fernandez «poiché la sua complessità conferisce carattere». Tutti ingredienti etici e sostenibili selezionati dalla Sourcing for Shared Value, la fondazione nata su iniziativa di Givaudan e volta a supportare i produttori locali e le loro comunità.
Il viaggiatore di Montblanc è esperto, conosce l’importanza di essere accompagnato in tutte le sue avventure dagli strumenti più affidabili. Come una mappa stradale, la sua auto, la sua giacca in pelle e il suo profumo.
«Trovo Explorer una fragranza molto fresca e per niente convenzionale. Anzi, la definirei intellettuale. Non è un prodotto di massa, ma un mezzo per raccontare la propria personalità», spiega Rein Langeveld, il modello olandese che si è calato nei panni di pioniere per la maison. «Sono molto curioso del mondo, amo viaggiare e conoscere
nuove persone di diverse culture», dice. Non poteva esserci testimonial più genuino per interpretare la campagna realizzata da John Balsom in Sudafrica.
«Sul set ho imparato a conoscere meglio me stesso», riprende Langeveld. Essere esploratore non vuol dire solo scoprire nuovi luoghi, ma riuscire ad analizzarsi nel profondo. Posso dire che in questo shooting non sono un semplice performer, ma me stesso al 100%, con tutto lo stupore e la felicità che ho vissuto durante le riprese».
Viaggiare significa anche imparare a spe- gnere il cellulare e godersi l’itinerario. «Essere schiavi del telefono non va considerato un lusso. Al contrario, il lusso è sentirsi liberi. Anche solo di contemplare un paesaggio senza sentire l’esigenza di postarlo su Instagram. I social sono un contenuto di vanità, quasi un gioco di amore e odio, perché se ricevi pochi consensi oggi ti senti quasi respinto. Dovremmo invece imparare a esplorare territori differenti dai network online. Per esempio camminare per strada senza avere gli occhi incollati sullo schermo dello smartphone e osservare cosa e chi c’è intorno a noi».