E ORA SI VOLA IN SKY SHARING
L’economia della condivisione in versione lusso: è l’idea di Netjets. Cliente fisso: Roger Federer
«Il prezzo è ciò che paghi, il valore ciò che ottieni». Warren Buffet lo avrà pensato nel 1995, quando viaggiava con l’americana Netjets. Tre anni dopo, la comprava. Oggi la flotta conta 700 velivoli, di cui 100 attivi in Europa: dal piccolo e agile Embraer Phenom 300 al concentrato di lusso volante Bombardier Global 6000, al confortevole Cessna Citation Latitude, che ha un’autonomia di 7 ore per una capacità di 7 passeggeri; il più gettonato.
In Europa Netjets è guidata da Mario Pacifico, ex top manager di Prada e Luxottica: «L’italia rappresenta il terzo mercato in termini di ore volate, dopo Regno Unito e Francia». Si parte dagli scali Prime di Linate e Malpensa e si tratta di voli on demand, da prenotare 10 ore prima; nulla, considerato che solitamente le società di noleggio prevedono anticipi di almeno 48 ore. La novità, e la differenza, la fanno le due opzioni di utilizzo. Netjets Share è la formula della multiproprietà: nel caso di un aereo da 40 milioni di euro, se ne pagano 10 e si ha diritto a 200 ore di volo. Roger Federer e Novak Djokovic hanno aderito: per abbattere il costo basta volare 50 ore. La seconda opzione si chiama Private Jet Card, la carta prepagata scelta da chi deve fare avanti e indietro in giornata, con un servizio check-in e controllo documenti dedicato e un’auto blu in attesa a bordo pista. Tra i tagli disponibili, 182mila euro con 25 ore di volo incluse, vale a dire 7.200 euro all’ora. «Dal mio appartamento milanese all’ufficio londinese a Kensington impiego 2 ore e 55 minuti, cronometrati. È il “door to door” più veloce in assoluto, perché si saltano le code», commenta Pacifico. Una volta in volo, ci si intrattiene con le “amenities”: dal wi-fi al beauty kit di Aesop, dal televisore al tablet, al telefono satellitare. Champagne e menu sono selezionati dallo chef negli scali internazionali, anche in base alle preferenze dei passeggeri. Ancora in dubbio se ne vale la pena?