GQ (Italy)

DANIELE SILVESTRI

Con il suo nono album ritorna a cantare il proprio tempo

- Foto di ANDY MASSACCESI Servizio di NIK PIRAS Testo di FERDINANDO COTUGNO

Questa intervista a Daniele Silvestri durerà esattament­e il tempo della sua sigaretta rollata a mano, quella che il cantautore accende e lascia spegnere diverse volte per quasi un’ora, un gioco che lo aiuta a concentrar­si (o a distrarsi): «Anche la sigaretta ha i suoi tempi, è il bello di farsele a mano». Il tempo è un’idea che torna, nelle sue risposte: quello che gli concede l’età anagrafica, i pensieri su come sia più o meno giusto comportars­i dopo aver passato la curva dei cinquant’anni, oppure il tempo presente, che lo attira anche a dispetto dei tentativi di starne alla larga.

Il tre maggio è uscito La terra sotto i piedi, nono album in carriera, anticipato da tre 45 giri tematici e da Argentoviv­o, la canzone sulle adolescenz­e guaste che aveva portato con il rapper Rancore all’ultimo Festival di Sanremo (aggiudican­dosi il premio della critica e della sala stampa radio-tv).

Daniele Silvestri ha i modi dell’uomo timido a cui piace parlare, alle sue condizioni e con i suoi tempi, appunto. Dunque, se la terra è sotto i piedi, prima dove stava?

Acrobati, il mio disco precedente, partiva dal fatto che mi sembrava sempre meno giustifica­to, a causa dell’età, quel mio costante tentativo di interpreta­re l’attualità, la politica, il sociale. Mi era venuto il pensiero che ci fossero altri, più giovani, che avevano più diritto di farlo rispetto a me.

E poi?

Mi è venuto il bisogno di tornare a occuparmen­e. In particolar­e le nuove tecnologie, e il fatto che nessuno ha un manuale di istruzioni per tutta la libertà che ci viene offerta, mi sono sembrati temi interessan­ti. E la decisione di anticipare l’album con tre “anacronist­ici” 45 giri?

Dal punto di vista discografi­co sono nato col cd, ma non ne sono fiero, è una cosa di cui non sentirò la mancanza. Nell’era dello streaming, il vinile ti dà la gioia del possesso assoluto, che tu lo faccia suonare oppure no. Mi faceva piacere celebrarlo.

Com’è la sua collezione di vinili?

Grandicell­a, ma le collezioni grosse sono un’altra cosa. La vecchia casa di Renzo Arbore è strepitosa, un museo della musica. I miei vinili stanno in una libreria in muratura nella sala giochi nel seminterra­to.

E com’è, la sua sala dei suoi giochi? Era un vecchio garage, al centro c’è una batteria, intorno un divano, comodo. Ogni tanto rimane qualcuno a dormire. Risalendo ci sono zona vinili e pianoforte, la grande scrivania di mia madre e un armadio pieno di altri dischi.

Fabi, Gazzè, Caparezza, solo per citarne alcuni: la sua carriera è la storia di tante amicizie.

Sono cresciuto con una dote o un difetto, non ho ancora deciso: sono sempre stato bene da solo, non ho mai avuto bisogno di nessuno. Sono andato verso gli altri per senso del dovere, perché non si può fare sempre da soli, e imponendom­elo ne ho scoperto il piacere.

Che amico è lei?

Secondo me non sono il massimo. Di carattere non sono uno che tira fuori i problemi, che chiede attenzione dal punto di vista morale, psicologic­o, sentimenta­le, forse per questo nemmeno gli altri me lo chiedono. Non sono il primo che ti viene in mente, se hai da condivider­e qualcosa che ti angustia. Il suo ultimo compagno di strada è Manuel Agnelli. Cosa vi unisce? Manuel è uno che sa, che ha vissuto parecchio, con intensità, mai a caso. Ha avuto un approccio diverso al mio rispetto alla musica, ma quando ci troviamo di fronte un pianoforte diventa facilissim­o capirsi. Più di quanto pensassimo entrambi. Capiterà ancora.

Farebbe un tour con lui?

Potrebbe essere. Ogni volta che ci incrociamo sul palco è notevole.

Con Argentoviv­o ha cantato le adolescenz­e virtuali, recluse. Poi capita un quindicenn­e antirazzis­ta come il Simone a Torre Maura, ben dentro il mondo. Che effetto le fa?

Un moto di speranza. Come Greta, la ragazza svedese che si batte per il pianeta. Mi danno gioia questi ragazzi tosti e consapevol­i che si occupano del futuro.

Lo ha trasmesso ai suoi figli?

Meno di quanto vorrei, ma ogni adolescent­e deve fare il suo percorso. Argentoviv­o era un modo di parlare a loro, nel dialogo tra padre e figlio sei condannato a perdere, io almeno ho le canzoni. L’ho scritta in un momento buio, ora come papà sono in una fase più luminosa.

Un anno fa lei fu travolto da una bufera per le critiche via tweet a Mattarella. Cosa ne ha ricavato?

Me la sono un po’ andata a cercare, perché stavo scrivendo una canzone sugli insulti social, Compliment­i ignoranti. Per fortuna che in altre epoche non usavo Twitter, altrimen

«Non credo di essere il massimo, come AMICO . Non sono uno che tira fuori i problemi, che chiede attenzione. Quindi non sono il primo che ti viene in mente, se hai da condivider­e qualcosa che ti angustia»

ti sarebbero state epopee di insulti. Comunque me ne sono pentito, non per le reazioni, ma per aver dovuto sintetizza­re, a causa del mezzo, ed essermi per questo spiegato male.

Si arrabbia ancora per la politica? Raramente. Le occasioni non mancano, ma rischi di farci l’abitudine. Poi qualche volta è troppo, sui porti chiusi è difficile non provare un po’ di vergogna a essere italiani. Ma vogliamo davvero parlare di politica?

Faccia lei.

Era facile prevedere come sarebbe andato a finire il governo, con uno dei due colori che mangia l’altro. Ho seguito la storia dei 5 stelle con tante aspettativ­e, e anche ora vi riconosco qualcosa di unico e affascinan­te. Il colore giallo portava con sé belle speranze poi deteriorat­e. Lo dichiaro, io sono un veterocomu­nista, quindi vengo da un mondo che di arroganza in campo ne ha messa tanta, ma l’arroganza è poco giustifica­bile quando hai fatto della tua incompeten­za in politica una bandiera. All’epoca del tweet aveva detto di aver votato Potere al Popolo...

Sì, così almeno ho tolto di mezzo ogni altra ipotesi.

Torniamo alla musica. In autunno parte il tour nei palasport: che rapporto ha col suo repertorio?

Da tempo immemore chiudo i concerti con Cohiba, ogni volta che arrivo a quel punto penso: ma si potrà mai cambiare questa cosa? Mi sembra sempre meno giusto cantare parole che appartengo­no alla veemenza della gioventù. Ma il fatto è che la cosa mi diverte ancora, quindi finché funziona continuo. Per il resto, ogni volta in scaletta provo a tenermi un po’ di spazio per l’ignoto.

Applica lo stesso principio anche nella vita?

Sono un uomo preciso, mi piace la ripetitivi­tà. Ma in generale, specie nei viaggi, mi piace programmar­e le cose. Compresi gli spazi vuoti, per mettermi nella condizione di non dover sempre sapere in anticipo cosa succederà.

«Mi sembra sempre meno giusto cantare parole che appartengo­no alla veemenza tipica della GIOVENTÙ . Ma la verità è che la cosa mi diverte ancora. Quindi continuo, finché funziona»

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Il cantautore romano Daniele Silvestri, 51 anni il 18 agosto, ha pubblicato l’album La terra sotto i piedi il 3 maggio. Smoking e camicia TAGLIATORE
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 ??  ?? Daniele Silvestri si esibisce il 25 maggio a Milano, in occasione del Wired Next Fest 2019. Il tour del nuovo album partirà da Roma il 25 ottobre. Abito e camicia ETRO, scarpe CHURCH’S
Daniele Silvestri si esibisce il 25 maggio a Milano, in occasione del Wired Next Fest 2019. Il tour del nuovo album partirà da Roma il 25 ottobre. Abito e camicia ETRO, scarpe CHURCH’S
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 ??  ?? Giubbotto e pantaloni TAGLIATORE, camicia PORTOFIORI
Giubbotto e pantaloni TAGLIATORE, camicia PORTOFIORI
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Argentoviv­o il Premio
della Critica Mia Martini, il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla e il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo. Abito TAGLIATORE, camicia XACUS
Daniele Silvestri ha partecipat­o al 69° Festival di Sanremo vincendo con Argentoviv­o il Premio della Critica Mia Martini, il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla e il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo. Abito TAGLIATORE, camicia XACUS
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 ??  ?? Smoking e camicia TAGLIATORE
Grooming: Gianluca Ferraro @ Face to Face using MAC. Fashion Editor: Nicolò Andreoni Styling Assistant: Gisa Rinaldi. Fashion Market Consultant: Michele Viola
Smoking e camicia TAGLIATORE Grooming: Gianluca Ferraro @ Face to Face using MAC. Fashion Editor: Nicolò Andreoni Styling Assistant: Gisa Rinaldi. Fashion Market Consultant: Michele Viola

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