GUSTO DIPLOMATICO
Tutti gli aromi caraibici di un distillato da miscelare o da degustare in purezza
Da chiusura del pasto alla sua intera conquista. Il rum come ingrediente trasversale, in purezza, nei drink, come accompagnamento alle pietanze, instillato direttamente nei piatti. Per Nelson Hernández, mastro ronero di Casa Diplomático «abbinare il rum giusto è un matrimonio, bisogna avere pazienza e sensibilità». Lo stesso vale per i processi di distillazione dei laboratori di La Miel, ai piedi delle Ande: da qui arriva Pot Still numero 3 della collezione Distillery, maturato in botti di rovere e dall’aroma rotondo, con sentori di frutta rossa e tropicale, caramello e vaniglia. Da degustare rigorosamente assoluto.
Per la cucina liquida di Filippo Sisti, vulcanica mente (e shaker) dietro Talea, cocktail bar sperimentale di Milano, i più indicati per i blend sono altri: il Diplomático Reserva Exclusiva amplifica le note asprigne dell’ananas cotto con burro di cacao, latte di cereali, salamoia di shiitake, verdure in salamoia e cenere di agrumi (nella foto in alto), mentre il Diplomático Planas abbraccia il gusto vegetale di tarassaco, germogli, polvere di pomodoro e sedano assieme a birra al cedro, limone e liquore al lulo. Perfetto anche per rivisitare il Bloody Mary con latte fermentato e succo di jackfruit che ne esalta la parti saline. Un’alchimia calibrata in bilico tra crudo e cotto, in cui i distillati non soverchiano mai gli altri elementi gustativi, ma li nobilitano per immersione e infusione balsamica.