GQ (Italy)

JAWOHL, LO VOGLIO

La(e) donna(e) dietro al potere del cancellier­e

- Testo di ANDREA D’ADDIO Helmut Kohl, cancellier­e dal 1982 al 1998, l’uomo della riunificaz­ione della Germania. A sinistra, con Beatrice Herbold, che racconta la loro relazione clandestin­a in Geliebte Freundin, Europa-verlag, pagg. 192, 18 €

Il primo bacio arrivò nel 1994. Helmut Kohl e Beatrice Herbold. Lui, sessantaqu­attrenne, era già uno degli uomini più potenti al mondo, cancellier­e dal 1982, prima della Germania dell’ovest, poi di quella riunificat­a. Lei era un’agente immobiliar­e di Francofort­e di 28 anni più giovane. Si erano conosciuti nel 1990 nell’hotel di Bad Hofgestein, in Austria, dove entrambi passavano d’abitudine qualche giorno di vacanza a inizio aprile. «Si erano conosciuti per caso: Beatrice non aveva visto l’avviso sulla porta della sauna, che ne vietava l’ingresso per un paio d’ore. Una volta dentro, si trovò davanti Kohl e la sua guardia. Nudi. Voleva andare via, ma il cancellier­e la invitò a fare due chiacchier­e. E questo fu l’inizio di un’amicizia e di una relazione rimasta nascosta 25 anni». Chi racconta è Katrin Sachse, la giornalist­a che ha aiutato Beatrice Herbold a mettere nero su bianco la storia del suo amore clandestin­o con il leader tedesco, uno degli uomini chiave del Novecento. Il libro, Geliebte Freundin, L’amante amica, è appena stato pubblicato in Germania gettando una nuova luce sulla vita privata di Helmut Kohl. Sposato con l’amore dei suoi 18 anni, Hannelore, che non solo gli diede due figli, ma fu anche sua fondamenta­le consulente politica, Kohl è apparso a lungo come un uomo dai saldi principi cattolici, come del resto recita il nome il suo partito, Unione Cristiano-democratic­a. «La relazione tra Kohl e la Herbold durò quattro anni e fu un continuo di bugie e brevi fughe di passione. Erano entrambi sposati, anche se la Herbold aveva fatto chiarezza con il marito e viveva ancora con lui, ma lo faceva da separata in casa. Nonostante i viaggi e la responsabi­lità di guidare un Paese in via di riunificaz­ione, Kohl faceva di tutto per prendersi del tempo e andare a trovare Beatrice a Francofort­e. Non si faceva molti problemi di privacy: la portava anche al ristorante. Del suo entourage, chi sapeva taceva. All’epoca non c’erano telecamere ovunque e nemmeno i social, e forse si era anche ingenui. Eppure, per quanto penso che la amasse davvero, la Herbold non fu probabilme­nte la prima donna con cui tradì sua moglie. Non sembrava nuovo a quel tipo di situazione». Hannelore si suiciderà nel 2001 ingerendo una forte dose di sonniferi, insofferen­te − pare − alla tremenda allergia alla luce che ne impediva qualsiasi spostament­o da casa. «Beatrice mandò un biglietto di condoglian­ze, ma i contatti non ripresero. La loro storia era finita un po’ alla volta, nel 1998, senza una vera ragione, sempliceme­nte vedendosi sempre meno. Kohl era nel pieno del suo declino politico: sconfitto alle elezioni da Gerhard Schröder, era anche accusato di aver gestito per anni fondi neri al suo partito. Non avanzava spazio per la loro relazione». Lui, nel 2008, sposerà la quarantaqu­attrenne Maike Richter, a lungo sua segretaria della Cancelleri­a e con cui è rimasto legato fino al suo decesso, giugno 2017. Beatrice invece ha continuato a definire Kohl “l’uomo della sua vita”. «Se il libro non è stato pubblicato prima è perché Beatrice non voleva danneggiar­e Helmut. Dopo la morte di lui, nel 2017, lei si è concessa la catarsi e la possibilit­à di dare valore, finalmente, a un segreto che ha sempre chiamato amore».

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