LA RIVOLUZIONE DELLA LEGGENDA
La Defender è tutta nuova, anche dove non si vede
Confrontarsi con la storia non è mai semplice. Il passato è una risorsa, una fonte di ispirazione, ma può anche trasformarsi in una gabbia da cui è difficile uscire. Una sfida che Land Rover ha dovuto affrontare progettando la nuova Defender, ovvero la seconda generazione di una leggenda su quattro ruote che, in quasi settant’anni di storia e di produzione ininterrotta, è cambiata solo marginalmente.
Così, quando la matita di Gerry Mcgovern − il boss del design Land Rover − si è posata sul proverbiale foglio bianco, portava su di sé tutto il peso di una tradizione importante che doveva tradursi in presente e futuro. Il risultato lo vedete nelle foto, e Mcgovern è soddisfatto del risultato: «La nuova Defender rispetta il passato ma non ne è prigioniera», afferma. Difficile non essere d’accordo, come è difficile non immaginare avventure ai confini della terra appena si posano gli occhi sulle forme della nuova fuoristrada britannica. Perché le off-road dure e pure sono merce rara in un mercato dominato dai Suv e quest’auto vuole rimarcare la sua diversità già al primo sguardo.
Che la Defender sia differente da tutte le altre si capisce anche negli interni, dove sono stati lasciati a vista elementi strutturali e componenti generalmente nascosti, proprio per rispettare il suo carattere semplice e pratico. Il cambio sul cruscotto invece è una novità e permette di avere uno strapuntino centrale, ottenendo così tre sedili affiancati come sulle mitiche Series I. Le carrozzerie disponibili sono due, la 110 (circa 4,7 metri di lunghezza) e la 90 (circa 4,3 metri). La prima è una campionessa di spazio: può ospitare sette persone su tre file di sedili, con un vano da 1.075 litri in configurazione cinque posti, che diventano 2.380 lasciando solo i primi due. La seconda, invece, recupera una solu
zione della generazione precedente, ovvero il terzo sedile anteriore: uno strapuntino che può essere attivato e disattivato rinunciando al bracciolo anteriore per far entrare nell’abitacolo fino a sei persone.
La Defender del terzo millennio è cambiata totalmente anche dove non si vede, rinunciando al telaio separato dalla scocca e optando per un’inedita monoscocca in alluminio, che è la più rigida mai prodotta da Land Rover (tre volte in più rispetto alla versione precedente). La rivoluzione è arrivata anche sotto il cofano, dove ci sono i motori condivisi con tutto il Gruppo Jaguar Land Rover: i benzina da 300 e 400 Cv (quest’ultimo a 6 cilindri con tecnologia mild hybrid), e due diesel da 2 litri con 200 e 240 Cv. Tutti sono accoppiati a un cambio automatico a 8 marce completo di ridotte e a un differenziale autobloccante posteriore. Il resto della scheda tecnica racconta un’auto pronta ad affrontare qualsiasi ostacolo, con un’altezza da terra di quasi 30 cm, angoli caratteristici di 38°, 28° e 40° e una capacità di guado di ben 90 cm. Il tetto inoltre può sopportare fino a 300 kg, mentre la capacità di traino raggiunge i 3.500. Insomma, chi ne ha necessità può utilizzarla anche in maniera “pesante” e in questo sarà aiutato dal Terrain Response di nuova generazione, che prevede anche un programma di gestione manuale per i “fuoristradisti” più esperti. A proposito di personalizzazione: ci sono quattro pacchetti (Adventure, Country, Explorer e Urban) per rendere l’auto perfettamente in linea con l’utilizzo preferito. In ogni caso, tutte le Defender sono sempre, costantemente aggiornate grazie agli update software “over the air”, come gli smartphone, che per altro non richiedono di fermare la vettura grazie al circuito di back-up interno che garantisce la massima sicurezza.