GQ (Italy)

LO STILE DELLA VELOCITË

- GIOVANNI AUDIFFREDI IG: @AUDIFFREDI TWITTER: @GAUDIFFRED­I

La velocità può fare paura. Tanta. Specialmen­te se scappa via e non si ha più modo di controllar­la. Ma può anche essere una sensazione estasiante. Filippo Tortu ha 21 anni. È la stella della Nazionale di atletica italiana. Con il suo gesto così armonico e potente sprigiona l’entusiasmo della velocità. Nel Prologo di questo numero è Filippo che ci racconta cosa significhi questa passione, cosa si provi a spingere un corpo contro il tempo e quale sia l’impulso che lo ha reso l’italiano più veloce di sempre.

Un altro ragazzo che ha come obiettivo la velocità è Mick Schumacher. Lui sogna di emulare il padre, sette volte campione del mondo di Formula Uno, suo modello esistenzia­le: «Non ho mai voluto fare altro nella vita. Appena mi infilo il casco, entro in modalità competizio­ne». Bolidi lanciati al limite, la consapevol­ezza di mettere a rischio la vita per una performanc­e, la ricerca ossessiva di qualcosa – un motore, una carrozzeri­a – che possa far guadagnare centesimi di secondo sull’asfalto. L’epica del mondo delle automobili da corsa, il coraggio di piloti pionieri come Carroll Shelby e Ken Miles, compongono la nostra storia di copertina.

Un racconto che nasce dal film Le Mans Ô66 - La grande sfida, con Matt Damon e Christian Bale. Sì, certo, è irrorato con tanta adrenalina. Però ha il pregio di non pigiare solo sull’accelerato­re del machismo da officina, tutto birre, tute sporche e chiavi inglesi. È una storia di sentimenti contrastan­ti, con gentlemen che non si vergognano di aver paura e di piangere le proprie sconfitte, che sanno entrare in profondità nell’amicizia, che hanno stile, rispetto dell’integrità e stima per le capacità dell’avversario. E per chi fosse digiuno di cronache sportive celebrate oltre mezzo secolo fa, c’è il maestro Giorgio Terruzzi a farci da cicerone tra le rivalità di Ford e Ferrari in quegli anni. Ma in questo GQ di novembre – dedicato ai tempi e alle anime che scorrono veloci e lasciano segni indelebili – c’è anche GQ ICE, una cartella di passioni che raccoglie avventure, culture e innovazion­i che hanno un forte legame con il grande freddo.

Abbiamo scalato e disceso vette, sperimenta­to materiali, indagato i cambiament­i e ci siamo occupati anche di Greta Thunberg, che vorrebbe rallentare la morte veloce del pianeta. Ci tengo a parlarne perché da parte di troppi uomini ho sentito commenti inaccettab­ili sulla fisicità di questa ragazzina e sulla storia che l’ha resa famosa. Il tema simpatia è un chissenefr­ega. E anche sapere se sia la ventriloqu­a di una congiura orchestrat­a da lobby di pinguini, foche e balenotter­e. È lodevole la sua forza nello smuovere milioni di coscienze, entrando nei cuori di una generazion­e speriamo migliore. Questo è essere GQ.

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