GQ (Italy)

TRE MIRACOLI A 6.955 METRI

Come salire sul Gasherbrum VII, scendere sugli sci e salvare un amico: l’impresa di Carlo Alberto Cimenti

- Testo di MARCO TRABUCCHI

Imiracoli esistono? Secondo Carlo Alberto Cimenti sì. La scorsa estate sotto i suoi occhi se ne sono materializ­zati addirittur­a tre, che si aggiungono ai molti fatti straordina­ri della sua vita: a 12 anni ha scalato il monte Bianco con il padre alpinista. Poi è stata la volta del Kilimanjar­o, del Manaslu e dell’onorificen­za Snowleopar­d, riservata a chi riesce a raggiunger­e tutte e cinque le cime sopra i 7.000 metri in Russia. La sua modalità della scalata, per altro, è unica: una volta in cima Cala (per gli amici) scende con gli sci. Quest’anno, a 43 anni, l’alpinista piemontese ha affrontato gli 8.126 metri del Nanga Parbat, la montagna “assassina” dove Daniele Nardi e Tom Ballard hanno perso la vita lo scorso febbraio. Subito dopo ha scalato i 6.955 metri inviolati del Gasherbrum VII, o G7, in Pakistan, scendendo con gli sci tratti che sfioravano i 55 gradi di pendenza. Proprio qui il suo compagno di scalata Francesco Cassardo è caduto, mentre tentava la discesa subito dopo di lui. Ma Carlo Alberto Cimenti è riuscito a salvargli al vita.

Cosa ricorda di quei momenti?

Sono partito prima di Francesco. La montagna era molto ripida e la neve molto dura, condizioni che non permetteva­no errori. La discesa, durata 38 minuti, è stata favolosa: ero esaltatiss­imo, ma in un istante sono passato dall’estasi al terrore. L’ho visto rotolare per 450 metri, proprio all’inizio della parte più ripida, e ho subito pensato al peggio. Dopo 20 minuti sono riuscito a raggiunger­lo: era cosciente, ma aveva gli occhi gonfi, sanguinava dalla testa ed era mezzo nudo perché la forza centrifuga gli aveva strappato via la giacca. Ma non risultavan­o lesioni apparenti, e respirava. Questo è stato il primo miracolo.

Quali sono stati gli altri?

Mi sembrava di essere dentro la scena di un film. Francesco mi diceva che non riusciva più a vedere e ho subito pensato a un’emorragia cerebrale. L’ho coperto e ho cercato di tenerlo sveglio. Stava scendendo la sera e ormai era chiaro che i soccorsi non sarebbero arrivati (l’altitudine era incompatib­ile con il soccorso in elicottero, ndr). Così sono tornato alla tenda che avevamo montato prima della salita, per recuperare fornellett­o e sacchi a pelo e poi passare la notte con lui. Ma intanto mi venivano in mente gli scenari peggiori. Quando sono tornato, due ore dopo, l’ho trovato vivo e cosciente. Il secondo miracolo.

Siete rimasti lì in attesa dei soccorsi? Sì. Ho scavato una piazzola, l’ho accudito tutta la notte e il giorno seguente. Finché alle sei

 ??  ?? L’alpinista piemontese Carlo Alberto Cimenti, 43 anni. Sopra è in Pakistan con il compagno Anton Pugovkin, al campo base del Nanga Parbat lo scorso giugno. Poco dopo avrebbe raggiunto - primo al mondo la cima del Gasherbrum VII insieme a Francesco Cassardo
L’alpinista piemontese Carlo Alberto Cimenti, 43 anni. Sopra è in Pakistan con il compagno Anton Pugovkin, al campo base del Nanga Parbat lo scorso giugno. Poco dopo avrebbe raggiunto - primo al mondo la cima del Gasherbrum VII insieme a Francesco Cassardo
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