SOFFICE È LA NEVE
Nella Val d’ayas alla scoperta dell’antico borgo Walser e di fiabeschi itinerari sciistici lungo pendii vergini
Arrivare all’hotellerie de Mascognaz è già di per sé un’avventura. Per coprire la manciata di chilometri che separano questo eremo di lusso da Champoluc gli ospiti vengono trasportati esclusivamente a bordo di un fuoristrada Defender vintage o di una motoslitta, secondo le condizioni meteo. Lasciati alle spalle il traffico, la frenesia e anche il cellulare (che qui prende a singhiozzo), ci si trova con lo sguardo perso in questo pianoro incastonato nella Val d’ayas, a 1.850 metri di altezza, dove è arroccato l’antico villaggio Walser trasformato oggi in resort di charme. Tra fitte foreste di abeti rossi, larici e pini cembri le originali case di pietra serena, beola e legno sono ora chalet dotati di tutti i comfort, con vista mozzafiato sul massiccio del Monte Rosa. La caratteristica architettura rascard, con i sostegni a forma di fungo che rialzano le strutture in modo da isolarle, è stata mantenuta aumentando la sensazione di straniamento, come se il tempo si fosse fermato a sette secoli prima, quando questo luogo era buen retiro di poeti e artisti, ma anche delle comunità di coloni germanici che si stabilirono qui.
Un albergo cosiddetto “diffuso” con 27 unità abitative a gravitare intorno alla vecchia scuola del corpo centrale che fa da reception. Da qui si snodano alcuni tra gli itinerari più spettacolari della zona che, oltre ad abbracciare uno dei comprensori sciistici più estesi d’europa con un domaine skiable che tocca 3 valli e 180 chilometri di piste, offre un ventaglio di escursioni variegato per cui l’auberge mette a disposizione un servizio di guide dedicato: dalle ciaspolate per raggiungere il balcone naturale del Monte Facciabella ai tour in heliski per scivolare sulle vette più inaccessibili, come quella dell’imponente Lyskamm sospesa tra due pareti vertiginose, e scendere in fuoripista lungo i pendii vergini lontani dagli impianti di risalita.
Quando la neve fa la sua comparsa, lo fa in grande, stratificandosi fino a otto metri e rimanendo polverosa e soffice fino a primavera inoltrata. Un’immersione nel silenzio più assoluto che permette un contatto unico con la montagna, che prosegue anche all’interno della Spa con un tuffo nella piscina panoramica e nella relax room con diverse proposte di trattamenti after ski, come massaggi decontratturanti e bagni di fieno aromatico. L’esperienza montana continua nel ristorante a km zero con ingredienti rigorosamente locali preparati dallo chef Andrea Croveri, che cura personalmente l’orto ad alta quota.