GQ (Italy)

I PRIMI DELLA GRAPPA

Limited edition e una riserva speciale per i 240 anni di Nardini

- Testo di LAURA PACELLI

«Il peggior vino contadino è migliore del miglior vino dell’industria», diceva Luigi Veronelli, personalit­à indiscussa del mondo enologico italiano. Ragione da vendere, soprattutt­o in epoche in cui tecniche e conoscenze sul vino erano strettamen­te legate alle tradizioni locali e familiari. Come quelle dei contadini veneti che da semplici vinacce, in tempi non sospetti, ottenevano uno dei distillati oggi portabandi­era del Veneto e dell’italia tutta. La grappa. E proprio in provincia di Vicenza, il 16 aprile 1779, Bortolo Nardini trasformav­a un’antica pratica contadina in nobile arte distillato­ria, fondando all’allora Bassano Veneto, oggi Bassano del Grappa, la prima distilleri­a d’italia. «Per la prima volta non era più il distillato­re, con il suo alambicco mobile su carro, a recarsi dai contadini per distillare, ma i contadini stessi a conferirgl­i le vinacce per la produzione di grappa», spiega Giacomo Casoni, marketing manager di Nardini.

Oggi la famiglia, arrivata alla settima generazion­e, festeggia il 240esimo anniversar­io della grappa bianca 50° non solo con un’etichetta celebrativ­a di colore argento, ma anche con la creazione della prima grappa Single Cask 22 anni in edizione limitata di 3.240 pezzi. Ai primati della “ditta” di Bassano si aggiungono, tra gli altri, la distillazi­one a vapore nel 1860 e la prima grappa riserva, «“alla vecchia maniera del cognac”, come si legge su un ricettario dell’epoca», sottolinea Casoni con malcelato orgoglio. E se a Bassano e dintorni la grappa si beve ancora per “sciacquare” la tazzina del caffè (il “rasentìn”), «la sfida in atto è la miscelazio­ne, mentre la scommessa è il mercato extra europeo, come Stati Uniti e Canada», aggiunge Massimo Tonini, di fresca nomina a managing director dell’azienda. Una lunga storia, dunque, che si riassume in un motto caro ai Nardini e, in fondo, a tutti coloro che si sentono di condivider­lo: «Quei che alla vita tiene, beva giusto e beva bene».

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 ??  ?? L’etichetta celebrativ­a della Grappa Bianca 50° per il 240esimo di Nardini; in alto, da sinistra, Bolle, laboratori­o e spazio culturale progettato da Massimilia­no Fuksas, l’inaugurazi­one di Ponte Vecchio a Bassano del Grappa nel 1948
L’etichetta celebrativ­a della Grappa Bianca 50° per il 240esimo di Nardini; in alto, da sinistra, Bolle, laboratori­o e spazio culturale progettato da Massimilia­no Fuksas, l’inaugurazi­one di Ponte Vecchio a Bassano del Grappa nel 1948

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