GRINTA IN CITTË
La più piccola di casa Audi ha messo i muscoli
«In questa squadra si combatte per un centimetro», diceva il coach Tony D’amato, alias Al Pacino, nell’ormai mitico discorso pronunciato nel film Ogni maledetta domenica del 1999. Nel caso della A1 Citycarver i centimetri che fanno la differenza sono cinque, ma probabilmente nessuno ha dovuto combattere per vederli realizzati. Perché in un mercato affamato di Suv, di ogni tipo, costo e dimensione, l’idea di rialzare una piccola cittadina e donarle uno spirito avventuroso è quantomai azzeccata. E di spirito si tratta davvero, perché la più piccola delle Audi non ha guadagnato la trazione integrale, ma sospensioni rialzate e pneumatici più grandi, oltre a un’estetica diversa dalla più metropolitana A1 Sportback: la calandra ha guadagnato due lati ed è ottagonale, una caratteristica di solito riservata alle “Q”. La Citycarver ha una dotazione di serie maggiore e un prezzo cresciuto di conseguenza, mentre le sensazioni di guida sono quelle tipiche di Audi: facili ma rigorose. Inoltre, qui si apprezza l’assetto più morbido che aiuta a uscire indenni da una giungla urbana fatta di buche, dossi, sconnessioni, rotaie.
All’interno, infine, ci sono gli effetti speciali dati dalla qualità dei materiali, dalla precisione degli accoppiamenti, dalla ricerca estetica e dalla tecnologia da categoria superiore, con il sistema di infotainment basato sul display HD da 10,1” e inclinato di 13° verso il guidatore.