THE ATTICO
Ragazze che sanno il fatto loro: Gilda Ambrosio e Giorgia Tordini
GILDA AMBROSIO e GIORGIA TORDINI sono due archetipi della femminilità rampante nel fashion system. Non stanno ferme nemmeno il tempo di fare la spesa. Una velocità che le ha trasformate nelle designer del brand The Attico. Prossimo step: disegnare l’uomo. Sebbene trovarne uno che tenga il loro passo pare sia cosa dura, anche loro sognano: un gentleman che sentono di meritare
Ambrosio e Giorgia Tordini sono l’esempio di come essere creatrici di moda sia solo una delle componenti necessarie per diventare designer acclamate. Serve, infatti, uno status esistenziale: che va costruito un pezzetto alla volta. Sfruttando con arguzia alcuni elementi: la fisicità, l’identità culturale, le buone frequentazioni e il posizionamento del brand, ma anche delle persone che ruotano intorno a quel marchio. Tutto, alla fine, deve avere un senso, estetico ed etico: oggi la moda in sé è una variabile che ha ragione di essere, sì, ma in un processo più complesso.
Gilda e Giorgia sono le donne dietro a The Attico, un nome che sa già volutamente di quartieri alti. «Vorremmo vedere i nostri abiti in un film di Sofia Coppola o Pedro Almodóvar», dicono. Intanto confezionano pantaloni pitonati da 4 mila dollari che vendono a Margot Robbie. Fatturano grazie alla presenza in 200 punti vendita nel mondo e grazie ai loro potenti profili sui social: 580 mila i follower di Gilda e 293 mila quelli di Giorgia. E hanno da poco venduto il 49% del brand a Remo Ruffini, patron di Moncler. Come si fa a non applaudirle? Intendiamoci: la qualità delle idee conta, ma la confezione delle stesse altrettanto. «The Attico è cambiato assieme a noi: catalizza quasi tutte le nostre energie, perché siamo le prime testimonial del brand. Un privilegio al quale non potremmo mai rinunciare ma che, ammettiamolo, molto ti dà e qualcosa ti toglie». Per esempio, il tempo di capire dove si è. La velocità, l’iperconnessione: «La moda è una creatura molto esigente, che ha sempre fame: bisogna imparare a nutrirla e ad assecondarne i gusti, ma senza snaturarsi. Perciò è importante sapere qual è la propria strada e dove si vuole arrivare».
Gilda, 28 anni, è della provincia di Napoli. Giorgia, 33, di Civitanova Marche. Ragazze di buona famiglia ma non proprio cresciute sull’avenue des Champs-élysées. Però ora vivono tra la velocissima Milano, di cui divorano la crescita magmatica, e la New York che ogni personalità della moda che si rispetti è costretta ad apprezzare.
Ma non stanno ferme nemmeno il tempo di rischiare di fare la spesa: «Tanto non sappiamo cucinare e nemmeno ci interessa imparare». Esistono perché viaggiano e ovviamente sono nella lista delle personalità under 30 più influenti del pianeta secondo Forbes: «Sappiamo che la bellezza non basta, ma sarebbe ipocrita affermare che non aiuti. Per questo abbiamo creato una forte identità tra noi e la nostra impresa». Hanno appena aperto un temporary da Harrods, Londra. Nella loro ultima capsule, Call me Back, hanno pensato di rieditare le pellicce vintage, che ricondizionano e rendono patinate, un po’ come tutto quello che toccano. Tra i loro pezzi favoriti: il tailleur pantalone. Il preludio a una futura collezione declinata al maschile? Ci stanno già pensando. Per dare forma a un gentleman che le meriti: entrambe sono infatti ancora single. «Fuori dai denti: il punto è trovarne ancora qualcuno interessato alle donne», dicono con malcelato snobismo e parecchia rassegnazione. «Non riusciamo a trovare qualcuno capace di starci dietro, anche se lo vorremmo». Il problema, pensano, è che «con Internet è diventato tutto troppo a portata di mano: chi ti segue non prova più né il senso del mistero, né il desiderio di conquista. Gli uomini hanno troppe opzioni a loro disposizione e il risultato finale è che restano preda dell’ingilda sicurezza. Hanno paura di sbagliare».
Nel centro di Milano, in via del Conservatorio, nel loro showroom Gilda e Giorgia stanno mettendo a punto la loro prima pre-collezione per l’inverno 2021 che lanciano in questo mese di gennaio. Quindi, la linea si allarga ancora. Laureate in Fashion design − una alla Marangoni e l’altra allo Ied − Gilda e Giorgia hanno seguito il percorso noto: hanno amato la moda, ne hanno smontato i meccanismi dando forma alla loro visione di lusso e sono diventate interessanti per la gente che conta nel sistema. Qualcuno a suo rischio direbbe delle It Girls: «Termine che detestiamo», precisano. Così sono diventate quello che sono. Indipendenti, pronte a pagare per ciò che vogliono. «Di questi tempi, non si sa più cosa sia il corteggiamento», sentenziano. Modeste e rassegnate solo in fatto di partner: «Succede perché il maschio non si sente più all’altezza: ma è lui che ha delle aspettative troppo elevate. Noi, le Attico, vorremmo incontrare qualcuno di normale». Uomini pronti a sostenere, invece che a ostacolare. Dei simili. Di quelli che sotto la pioggia reggono l’ombrello e «stanno attenti a non lasciarti indietro». Come se Gilda e Giorgia avessero il problema di un capello, o di un pensiero, fuori posto.