COME STEVE JOBS
«Tutti i miei capi devono essere belli anche dentro». L’alta qualità di Moorer spiegata dal fondatore e direttore creativo Moreno Faccincani. E il mercato lo premia
La storia di Moorer è la storia di Moreno Faccincani. Classe 1974, di Bussolengo nel Veronese, lascia gli studi universitari per aiutare il piccolo laboratorio di famiglia, specializzato nella produzione di piumini per importanti firme della moda. È qui che ha imparato il mestiere. «Mio padre mi ha insegnato a produrre, a riconoscere e comprare un tessuto. Le prime esperienze le ho avute con un campionario da donna, qualche anno dopo, nel 2005, è nata Moorer e la prima collezione uomo». Il nome del brand è «un mezzo anagramma del mio, perché non volevo usare il cognome, che non è bello», racconta
Faccincani. «L’idea era quella di creare un made in Italy di lusso: quando è nato il marchio avevo immaginato che in futuro ci sarebbe stato spazio per un prodotto di qualità altissima, ed è su quello mi sono concentrato in questi anni». Un’intuizione che oggi vale un’azienda con 70 dipendenti, un fatturato consolidato che nel 2018 ha segnato un incremento del 22%, raggiungendo 30 milioni di euro, con oltre il 75% delle vendite all’estero. «Quello che caratterizza i nostri capi è l’altissima qualità dei materiali e la cura maniacale dei dettagli. I commessi, nei nostri negozi, aprono le giacche e lì si vede la differenza. Un po’ come faceva Steve Jobs che voleva che anche l’interno dei suoi computer fosse bello. Ecco, per me è la stessa cosa». Nessun legame stretto con le tendenze dettate dalle mode del momento, lo stile di Moorer è quello che Faccincani definisce «un classico, sportivo, elegante». Qualcosa che le persone potranno continuare a indossare a distanza di anni, trovando sempre il proprio comfort in un prodotto 100% made in Italy, come sottolinea più volte.
Nel confezionare e concepire i capispalla Moorer è evidente il grande lavoro di ricerca e sviluppo dietro ogni singolo capo, un gioco di equilibrio tra forme e accostamenti, come nel caso del piumino rivestito di denim. All’ultima apertura, alla fine del 2019, in via Montenapoleone, a Milano, seguiranno nel 2020 quelle di Mosca, Osaka e Monaco, grazie anche all’ingresso della Borletti Group, società di investimento, entrata con una quota di minoranza del 25% nel capitale Moorer.