ALLENARSI DENTRO
Alla ricerca dell’eterna salute: con il microbiota, che va reso efficiente
Addominali standard e alimenti su misura. Se il nuovo target sono i Perennial, i curiosi sempre in fiore, la ricerca dell’eterna salute passa sempre più per l’ombelico. O meglio: per quello che c’è sotto. Un organo invisibile e in divenire, formato da miliardi di microrganismi: il microbiota appunto, in media 800 grammi a individuo, a cui la ricerca attribuisce un ruolo centrale nel determinare il benessere e promettere longevità. Se ne occupa Antonio Gasbarrini, a capo di Gastroenterologia della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, dove dal 2018 è attiva la prima Microbiome Clinic, e coordinatore del comitato scientifico che ha contribuito alla stesura di Microbiota. L’amico invisibile per il tuo benessere a tutte le età. Si parla di “microbiota revolution” perché, dice, sta cambiando la prospettiva in medicina: «Sappiamo già quanto sia fondamentale per il sistema immunitario e il metabolismo». In sintesi: il microbiota è fatto dei microrganismi che vivono sulla pelle, nel sistema urogenitale e in quello respiratorio, ma che si affollano, soprattutto, nell’intestino. 100.000 miliardi di esemplari, circa l’80% del totale, in una composizione che varia in ogni individuo, tanto che si parla di Gut bacterial fingerprint, di impronta del microbiota intestinale, quasi un’alternativa al Dna. La sua funzione: contrastare le specie patogene nell’organismo e contribuire a frenare l’invecchiamento e le patologie neurodegenerative. Ed è lì che va la ricerca: mentre si ipotizza già di curare i disturbi neuropsichiatrici con gli psicobiotici, soluzioni terapeutiche a base di probiotici per rendere più resistente la barriera intestinale, i cosiddetti functional food, naturali o potenziati, sono al centro degli studi degli scienziati, ma anche dei nuovi guru della nutrizione. Brent Taylor, il fondatore di Beyond Meat, il gruppo che ha prodotto la prima carne a base vegetale (il Beyond Burger), ha ora lanciato Perennial, bevanda proteica per gli over 50, che supera il concetto di latte e contiene fibre prebiotiche e Omega-3 DHA per mantenere la funzionalità di ossa e cervello. «In futuro l’alimentazione verrà personalizzata sul microbiota individuale, per adattarsi al proprio patrimonio di batteri», continua Gasbarrini. Il riferimento è ai microbiota-directed food, per i quali si stanno già realizzando mappature metagenomiche, utili a prevenire future patologie.
E poi ci sono gli addominali, e tutta l’attività fisica. Per Michelangelo Giampietro, specialista in Medicina dello sport e in Scienza dell’alimentazione, «c’è una relazione bidirezionale tra muscoli e intestino. Già si sapeva che una buona flora batterica aiuta nella performance, ma adesso è anche più chiaro il ruolo dell’allenamento sull’intestino». In sostanza: «In fase di contrazione i muscoli producono sostanze positive per i microrganismi: citochine e mioceni, fattori di crescita in grado di agire a distanza e di generare un’azione antinfiammatoria e antiossidante. Gli studi stanno rilevando come l’esercizio fisico influenzi la diversità e la quantità delle specie batteriche, e quindi l’attività metabolica del microbiota: da ciò, la capacità di fermentazione e produzione di acidi grassi a catena corta, uno dei principali carburanti di rapido consumo per muscoli, cuore e cervello.