L’AVVOCATO DELLE CAUSE VINTE
Per farla pagare cara a chi semina odio ci vuole il giusto apprendistato. Essere oggetto di 200 minacce a settimana, la più innocua delle quali è “lesbica di merda devi morire”. Avere le spalle larghe da ex cestista professionista, che non guasta. E venire premiata come la migliore avvocato pro bono d’europa 2019. Cathy La Torre, 40 anni ad agosto, è questo e molto altro ancora. L’anno scorso si è convertita alla caccia grossa: con Maura Gancitano, filosofa, ha creato la campagna di sostegno e aiuto alle vittime sul web. A differenza di chi finora si è mosso fermandosi alle buone intenzioni, questa nuova associazione conta su «un gruppo di avvocati, investigatori privati e informatici forensi che lavorano per perseguire in sede civile diffamazioni, calunnie e minacce». Insomma: fanno causa agli hater dopo averli individuati, riconosciuti e congelati nelle loro cattive azioni. Le conseguenze? L’odio viene finalmente monetizzato: in genere viene pagato un risarcimento, a volte bastano le scuse pubbliche, capita che si faccia ammenda lavorando per le associazioni che si occupano di quei soggetti verso cui si è stati ostili.
Il giorno di questa intervista era stata superata la soglia delle 300 mila richieste, con una media di 2/3 mila a settimana: nell’80 per cento dei casi si tratta di segnalazioni di persone che si accaniscono verso altre persone, nel restante 20 per cento scrivono le vittime. «Il web è un ambiente nemico per chiunque, non solo per chi si espone da attivista, come me. Ma non tutti hanno gli strumenti per tutelarsi», dice La Torre, che difende tanto i personaggi famosi quanto Yassin, il 17enne al quale Matteo Salvini aveva citofonato chiedendo: sei uno spacciatore? Se la vita è una serie infinita di cerchi, quest’ultimo riporta alla casa di famiglia, a Trapani: mentre Franco Battiato cantava alla radio 20 / MAGGIO-GIUGNO 2020 (odiareticosta.it)