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RIPARTIRE CON MEZZI PIÙ ECO

Così la ripresa del settore premierà i nuovi acquirenti

- Testo di ALESSANDRO VAI lockdown

Un calo dell’83%, e poi un altro tonfo prossimo al 100%. È quello che è successo al mercato automobili­stico italiano in due mesi di causato dal coronaviru­s, con le vendite di auto nuove piombate vicino allo zero. Un botto che è risuonato come un’eco funerea in tutte le concession­arie italiane che dal 9 marzo hanno dovuto chiudere i battenti. In due mesi sono sparite più di 350.000 auto rispetto al 2019, perché non sono state acquistate, consegnate, targate o addirittur­a prodotte. In Italia ci sono circa 1.500 imprese − incluse quelle che trattano veicoli commercial­i − operanti in questo settore, che vale 80 miliardi ogni anno e dà lavoro a oltre 160.000 persone. Un comparto strategico per il Paese che adesso naviga a vista, nella speranza di un rimbalzo degli acquisti che comunque non riporterà mai indietro le lancette del tempo.

Prendendo a esempio ancora i numeri: se nel 2019 in Italia sono state vendute 1,9 milioni di auto, a fine 2020 questo consuntivo potrebbe scendere tranquilla­mente a 1,3. Un dato negativo che non si vedeva dalla crisi del 2013 e che potrebbe mettere in ginocchio l’intero sistema.

Come si può uscire da questa situazione, o perlomeno alleviarne gli effetti negativi? Nessuno ha la bacchetta magica, ma le soluzioni esistono e sono quelle chieste a gran voce da tutte le associazio­ni di categoria. Il denominato­re comune è lo stimolo della domanda. Secondo L’UNRAE − che rappresent­a tutte le case automobili­stiche estere − i primi interventi dovrebbero riguardare l’ecobonus, con l’obiettivo di allargare la platea di veicoli che possono accedere agli incentivi, includendo le auto che emettono fino a 95 g/km di CO2, visto che oggi il bonus si ferma a 60 g/km, valore raggiunto solo dalle elettriche e dalle ibride plug-in. Inoltre l’incentivo dovrebbe essere di 2.000 euro per chi compra con rottamazio­ne e di 1.000 euro senza, cifre che verrebbero raddoppiat­e o addirittur­a triplicate dalle case automobili­stiche e dalle concession­arie. In questo modo, una vettura che

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normalment­e costa 15.000 euro si potrebbe acquistare con 9.000 euro, un vantaggio che spingerebb­e molte persone a cambiare auto. Consideran­do che in Italia ne circolano 38 milioni con un’età media superiore agli 11 anni − e che un terzo del totale sono vetture Euro 0, 1, 2 e 3 −, questa potrebbe anche essere l’occasione per dare una rinfrescat­a al cosiddetto “parco circolante”, togliendo dalle strade veicoli molto inquinanti e poco sicuri.

A tutto questo si aggiungono le misure per le auto acquistate da aziende e partite Iva, che ogni anno rappresent­ano più del 40% del totale. È necessario allineare la fiscalità italiana agli standard europei, rispetto ai quali siamo da troppi anni penalizzat­i. Anzitutto, serve la piena detraibili­tà dell’iva per tutti i soggetti che la vedono ancora limitata al 40%, in deroga alla normativa comunitari­a. E poi ci vogliono la deducibili­tà dei costi, con il 100% di quota ammortizza­bile come nella maggior parte dei mercati, oltre l’aumento a 50.000 euro del tetto massimo, fermo da anni a un valore totalmente inadeguato.

Tutto questo per quanto riguarda la parte burocratic­a e fiscale del settore automotive. Ma in attesa di sapere quali misure verranno prese, e quali conti fare con la calcolatri­ce, a che situazione andiamo incontro? I più fortunati sono quelli che avevano già pensato di acquistare un’auto prima del

Il budget che avevano messo in previsione avrà sicurament­e un valore più alto, perché i prezzi scenderann­o e ci saranno fortissimi sconti e campagne promoziona­li. Non serve essere premi Nobel dell’economia per rammentare la legge della domanda e dell’offerta: anche se tutte le fabbriche si sono fermate per qualche settimana, nella rete di vendita e nei piazzali ci sono migliaia di vetture che aspettano di essere vendute e consegnate. E siccome le linee sono ripartite praticamen­te dappertutt­o, serve spazio per i nuovi arrivi. Insomma, l’economia deve tornare a girare e per rimetterla in moto serve una spinta.

I vantaggi non riguardera­nno solo i brand

più popolari, ma anche quelli premium che soffrono il esattament­e allo stesso modo. Inoltre, l’auto potrebbe risalire nella classifica delle priorità di acquisto anche per chi aveva iniziato a rivolgersi ad altri mezzi, perché in questo momento storico tutti gli spazi condivisi sono poco sicuri. I trasporti pubblici urbani vedranno ridotte drasticame­nte la loro capienza e la propria efficienza, i treni subiranno lo stesso destino, i servizi di car sharing diventeran­no più costosi a causa delle operazioni per sanificarl­i e prendere l’aereo si trasformer­à in un incubo ancora più costoso di prima. In questo scenario di mobilità condivisa problemati­ca, l’automobile recupererà tutto il suo status libertario di mezzo di trasporto privato e sicuro. L’unica vera alternativ­a, limitatame­nte ai contesti cittadini, saranno le due ruote di varia foggia e dimensione, ma la verità è che non ci si inventa ciclisti da un giorno all’altro e che in tanti, volenti o nolenti, torneranno alla cara, vecchia macchina. La buona notizia è che mai come in questo periodo potranno acquistare un modello nuovo e super-tecnologic­o a un prezzo vantaggios­o.

I gadget hi-tech sono ormai diffusi anche nei segmenti più popolari, come quello dei crossover compatti che da almeno un lustro cresce con percentual­i a doppia cifra. La

Ford Puma, per esempio, parte da poco più di 20.000 euro e in soli 4,2 metri riassume un design personale, una guidabilit­à brillante e un grande spazio a bordo. Caratteris­tiche condite da tecnologie all’avanguardi­a sia in fatto di infotainme­nt sia di sicurezza, come i comandi vocali “naturali” e la frenata di emergenza che “sorveglia” perfino gli incroci. Sulla nuova BMW Serie 1 la tecnologia si è spinta ancora oltre: l’assistente al parcheggio prende il controllo anche in retromarci­a per ben 50 metri e lo smartphone si può usare per sbloccare le serrature e avviare o spegnere il motore, senza dover più usare la chiave.

La Formentor, invece, è la prima auto sviluppata interament­e da Cupra dopo lo spinoff con Seat ed è uno dei primissimi modelli a esplorare il concetto di crossover-coupé compatto. Con il suo powertrain ibrido plug-in da 245 CV può sfoderare prestazion­i da sportiva, ma anche percorrere fino a 50 km in modalità zero emissioni. Quanto alla nuova Fiat 500 Elettrica: arriva fino a 320 km grazie alle sue batterie al litio da 42 kwh. Da un lato rappresent­a il grande debutto di FCA in quella che per tutti è la mobilità del futuro, dall’altro è una proposta concreta per renderla sempre più pratica e meno teorica. Ma l’auto è anche passione, lusso e velocità. E allora chi può inizi a prenotare una visita alla Porsche per la nuova 911 Turbo S, che con i suoi 650 CV ridefinisc­e i parametri dello spazio-tempo.

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 ??  ?? Sopra, la Ford Puma. Prezzo: da 22.750 € a 27.500 €. Nella pagina accanto, la Porsche 911 Turbo S. Prezzo: 224.527 € con la carrozzeri­a Coupé e 238.435 € in versione Cabriolet
Sopra, la Ford Puma. Prezzo: da 22.750 € a 27.500 €. Nella pagina accanto, la Porsche 911 Turbo S. Prezzo: 224.527 € con la carrozzeri­a Coupé e 238.435 € in versione Cabriolet
 ??  ?? A sinistra, la Fiat 500 Elettrica: si può prenotare online nella versione di lancio. Prezzo: 37.900 €. In alto, la BMW Serie 1. Prezzo: da 28.100 € a 47.150 €
A sinistra, la Fiat 500 Elettrica: si può prenotare online nella versione di lancio. Prezzo: 37.900 €. In alto, la BMW Serie 1. Prezzo: da 28.100 € a 47.150 €
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