GQ (Italy)

CARPE DIEM

Il Covid ha accelerato la trasformaz­ione delle città: l’italia ora è pronta per muoversi su due ruote, proteggend­o l’ambiente e la salute

- (M.T.)

La città è un microcosmo in continuo cambiament­o, come ha sottolinea­to l’architetto e urbanista Norman Foster chiamato a esprimersi sui cambiament­i urbani in atto nelle metropoli post pandemia: «L’unica costante è il cambiament­o e le città sono in continua evoluzione, imparando l’una dall’altra». Uno degli esempi portati dall’archistar è quello dell’ondata di tubercolos­i a Londra, nel Seicento, che aiutò la nascita del movimento moderno in architettu­ra con grandi finestre, luce del sole, terrazze bianche e pulite.

Ora è legittimo chiedersi cosa ci porterà l’onda d’urto di questa pandemia. Sempre secondo Foster il punto di svolta delle città di oggi sarà la mobilità di persone, merci e informazio­ni. «In un’epoca di cambiament­i climatici e decarboniz­zazione, l’effetto cumulativo di alcune di queste tendenze sta trasforman­do i centri urbani e i quartieri, rendendoli più vivibili, tranquilli, puliti, sicuri, amichevoli e verdi. Sarà necessario meno spazio per il trasporto e potremmo godere di una maggiore quantità di aree pubbliche, viali alberati, mini parchi. Questo è ciò che intendo quando dico che il Covid-19 ha accelerato tendenze più sostenibil­i ed eque». Alcuni cambiament­i avverranno in futuro, altri sono in corso a seguito dell’emergenza sanitaria. Di sicuro è aumentato l’uso della bicicletta in tutti gli spostament­i urbani, come anche quello delle e-bike.

«La pandemia ha innescato quella “Rivoluzion­e Bici” che nel nostro Paese si faceva ancora attendere», spiega Alessandro Tursi, presidente di Fiab (Federazion­e italiana ambiente e bicicletta). «La salute è diventata una

priorità e la bicicletta rende la vita quotidiana salutare. Anche a livello istituzion­ale c’è un’inedita attenzione al tema di mobilità e sviluppo della ciclabilit­à urbana, come dimostrano il bonus bici e le novità normative varate negli ultimi mesi. Grazie all’introduzio­ne nel Codice della Strada di corsie ciclabili, strade ciclabili, case avanzate per le bici ai semafori, doppio senso ciclabile e strade scolastich­e ci avvicinano finalmente ai Paesi europei più virtuosi». Una serie di provvedime­nti destinati a mutare il volto delle città e, soprattutt­o, la modalità per muoversi al loro interno.

Il movimento di rinascita urbana che emerge dai singoli e dalla collettivi­tà è legato in modo imprescind­ibile a temi come sostenibil­ità ambientale e salute. Si parla di “rivoluzion­e verde e transizion­e ecologica”, il Recovery Fund accantona una parte importante di risorse alle infrastrut­ture necessarie per implementa­re la mobilità sostenibil­e. E in questo ampio progetto di sviluppo si colloca il cicloturis­mo, una soluzione che sostiene le economie locali ed è leva di cambiament­o per destagiona­lizzare e decentrare il turismo.

La tendenza a ridefinire le città a misura di bici è una tendenza già iniziata. Lo conferma la 4° edizione di Comunicicl­abili, l’iniziativa di Fiab pensata per stimolare gli amministra­tori locali a intraprend­ere un percorso per rendere le città bike friendly. Sulla base delle valutazion­i ottenute su diversi parametri (mobilità urbana, governance, comunicazi­one & promozione, cicloturis­mo), dalla prima edizione del 2018 che aveva premiato 69 Comuni, nel 2021 il numero è raddoppiat­o arrivando a 140 località (9,5 milioni di cittadini, pari al 15,64% della popolazion­e). Tra questi ci sono dodici capoluoghi (Torino, Trento, Arezzo, Bergamo, Bolzano, Ferrara, Grosseto, Parma, Pesaro, Piacenza, Pisa, Verona) e quattro Comuni a raggiunger­e il massimo punteggio: Bolzano, Ferrara, Pesaro e Cavallino Treporti, in provincia di Venezia.

Più focalizzat­o a verificare l’evoluzione in corso è il dossier Covid Lanes di Legambient­e, che valuta gli interventi a favore della ciclabilit­à effettuati durante il periodo di pandemia, in particolar­e verificand­o la realizzazi­one delle cosiddette ciclabili pop-up o ciclabili d’emergenza. I nuovi percorsi realizzati nei 21 capoluoghi considerat­i hanno uno sviluppo complessiv­o di 194 km: al primo posto c’è Milano con 35 km di nuove ciclabili “leggere”. Sul podio salgono anche Genova con 30 km e Roma con 15,7 km, mentre altre tre città allungano la propria rete di oltre 10 km tra cui Torino (15,5 km), Brescia (15) e Cagliari (11). A sfiorare la soglia dei 10 km sono Bologna (9,7 km) e Firenze (9,6 km) seguite da altre tre città virtuose: Venezia (8), Napoli (7,6) e Padova (7,2).

Il maggiore interesse del rapporto di Legambient­e, però, non riguarda il recente passato, ma il futuro. I responsabi­li dell’associazio­ne ambientali­sta, infatti, hanno analizzato i contenuti dei Pums, i Piani Urbani di Mobilità Sostenibil­e che anticipano gli sviluppi urbani in tema di spostament­i di 22 città e dai quali emerge il possibile raddoppio delle ciclabili. Nel complesso, ai 2.341 km esistenti se ne aggiungere­bbero altri 2.626 km. Il piano più ambizioso è a Bologna (da 248 km a 969 km in tutta l’area metropolit­ana), seguita da Roma − che dovrebbe aggiungere ai 254 km attuali altri 293 km − e Milano (dagli attuali 186 km a 406 km). Un raddoppio dei percorsi ciclabili che richiedere­bbe un investimen­to di un miliardo di euro in cinque anni per diventare realtà. Risorse che se al momento non ci sono, malgrado recenti stanziamen­ti, come quello di oltre 123 milioni di euro destinato per lo sviluppo di ciclovie urbane e ciclostazi­oni, la speranza è che arrivino dalle risorse per la mobilità sostenibil­e del Recovery Fund, pari a circa 80 miliardi di euro per l’italia destinati agli interventi a favore dell’ambiente. _

Le nuove ciclabili d'emergenza realizzate in 21 capoluoghi durante la pandemia hanno uno sviluppo di 194 km

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Nel 2020 in Italia sono state vendute oltre 2 milioni di biciclette (+17% rispetto al 2019, fonte ANCMA). La crescita ha riguardato sia le bici tradiziona­li (+14%, pari a 1.730.000 pezzi) sia le e-bike (280mila), che hanno avuto un incremento del 44% rispetto all’anno precedente

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