GQ (Italy)

Nigo goes Kenzo

- Di JACOPO BEDUSSI

Una capsule che celebra un modo tutto giapponese di pensare alla moda

ALL’ULTIMA sfilata per la stagione Fall/winter 2022 di Kenzo a Parigi dello scorso gennaio, a cavallo tra la settimana della moda uomo e quella della Haute Couture, c’era, e non per caso, la folla delle grandi occasioni. Si trattava infatti del debutto di Nigo alla direzione artistica del brand. E Nigo è, oggi, sia per gli addetti ai lavori che per i semplici appassiona­ti di quella cosa impalpabil­e che definiamo coolness, una delle figure che hanno il potere e la rilevanza tali per generare scintille che possono cambiare gusti e abitudini. C’era anche una specie di significat­o simbolico: Nigo è nato nel 1970, lo stesso anno in cui il brand fu fondato (anche se all’inizio con un altro nome) da Kenzo Takada, morto nel 2020, che lo vendette negli anni ’90 al gruppo LVMH. Takada aveva deciso di portare a Parigi il suo modo giapponese di pensare ai vestiti, in un periodo in cui il Giappone era ancora fuori dai radar della moda. Nigo oggi, in un sistema moda che è a tutti gli effetti globale, riflette senza nostalgia su cosa sono stati questi 50 anni per il brand e lavora sui segni, spesso grafici e fumettosi, che in questo periodo Kenzo ha prodotto e sparso nella cultura pop.

Alla collezione, seguono ora una serie di attività che ribadiscon­o l’approccio e la visione di Nigo in questo nuovo capitolo del marchio.

La prima è una capsule collection per uomo e donna ora nei negozi, pensata per l’estate in arrivo, che si concentra sul motivo del Boke, il fiore rosso tipico della tradizione giapponese che ha la particolar­ità di sbocciare a febbraio, nel pieno dell’inverno.

Il motivo è posizionat­o su coach jacket in pile, felpe girocollo, cardigan in jersey, t-shirt a manica lunga e un hoodie oversize che rappresent­a la silhouette fluida della collezione. Nonché su una coperta indossabil­e come poncho oppure ad avvolgere la vita, come quelle spedite agli invitati della sfilata e che sono subito rimbalzate nelle stories e nei post Instagram di celebrity e influencer.

C’è una allegra sovrapposi­zione di storia del brand e del design che l’ha reso celebre, di tradizione giapponese e della simbologia floreale e naturale che in Giappone assume una connotazio­ne tanto semplice quanto spirituale e di consapevol­ezza street contempora­nea nei volumi e nelle scelte dei capi. Collegato alla capsule c’è poi un rilascio di NFT per chi acquista i capi. Per il futuro invece si attendono informazio­ni precise, ma già si sa che questo è solo il primo di una serie di drop nel corso dell’anno.

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I capi della capsule Boke Flower, la prima di Nigo come direttore artistico di Kenzo

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