SIMONE BELLOTTI
RAZIONALIZZARE IL CAOS non è certo un compito facile. In qualche modo, però, Simone Bellotti sembra esserci riuscito. Raccolta l’eredità del suo predecessore, il designer italiano si è presentato davanti al pubblico della Milano Fashion Week portando in scena la sua idea di Bally. Dall’annuncio della nomina a Design Director, guida del Bally Design Studio, fino ai secondi che hanno preceduto l’inizio dello show, nessuno aveva idea di cosa aspettarsi da un marchio alla ricerca della propria identità dopo un momento di smarrimento. Il lavoro di Bellotti è stato semplice, ma non per questo scontato, riavvicinando Bally alla sua storia, quasi letteralmente, e puntando sulla costruzione di un guardaroba moderno e indossabile. La pelle, da sempre uno dei tratti distintivi del brand, era presente negli accessori, come nelle borse che rielaboravano le classiche ventiquattrore o che citavano la geografia del marchio, e nei capi. Il menswear secondo Bally abbraccia il quotidiano a trecentosessanta gradi, creando un universo condiviso in cui ogni look sembra pensato per un momento specifico della giornata. La scelta fatta dal marchio di lusso svizzero non è certo casuale, anzi. Bellotti, che si è unito all’azienda nell’ottobre del 2022, viene da ben 16 anni in Gucci, oltre alle esperienze maturate da Dolce&gabbana, Bottega Veneta e Gianfranco Ferré. L’uomo giusto al momento giusto direbbe qualcuno. Vero, ma soprattutto quello che dopo anni passati nelle retrovie ha portato in passerella la sua profonda conoscenza della sartoria prêt-à-porter e dell’artigianato degli accessori. Simone Bellotti, che dopo il suo show aveva ricevuto anche la benedizione di Alessandro Michele, con cui sembra condividere anche una certa passione per i cappellini da baseball, potrebbe essere l’ultimo tassello mancante nel rinnovamento dei codici di
Bally intrapreso dal CEO Nicolas Girotto, parte del marchio dal
2015, che con la scelta del designer italiano ha voluto indicare una continuità con il progetto di rilancio del brand attraverso i suoi valori fondamentali: l’artigianato, l’innovazione e il lusso svizzero. Se potrebbe essere prematuro festeggiare una vittoria dopo una sola partita, è difficile non premiare Simone Bellotti e Bally per quello che è stato lo show più sorprendente dell’anno, l’inizio di un nuovo corso creativo che punta a portare il nome del marchio in giro per il mondo grazie al talento del suo Design Director e non per il suo nome.