Il Levi’s mai visto
Una mostra imperdibile ci catapulta nella storia del brand che fa i jeans per antonomasia
TRACEY PANEK fa un lavoro incredibile, è Historian Director of the Archives di Levi’s, l’azienda che di fatto ha inventato i jeans come li conosciamo. Metà del suo tempo lo passa tra gli archivi del brand di San Francisco che proprio lo scorso anno ha soffiato 150 candeline per il suo iconico modello 501, e che quest’anno ha deciso di raccontarsi, come mai fatto prima, attraverso alcuni dei suoi pezzi storici, in una mostra allestita all’interno degli spazi del Mudec di Milano (9-26 aprile). L’idea? «Offrire al pubblico un’opportunità unica di esplorare il patrimonio del marchio attraverso i suoi capi storici», racconta Panek a GQ, «sottolineare come i Levi’s riflettano i tempi in costante evoluzione, un capo senza tempo per tutte le età». Si parte dal primo modello in assoluto che ha dato il via a tutto, il ben noto 9Rivet, datato 1873, la cui storia la conosciamo bene, passando per i jeans indossati tra gli altri da Albert Einstein e Steve Jobs. «Abbiamo selezionato 31 capi chiave», continua Panek, «per evidenziare le nostre innovazioni e i nostri design insoliti nel corso degli anni». Vedere alla voce Levi’s Trucker
Jacket con Jacquard by Google, forse uno dei primissimi capi con tecnologia indossabile. «Era importante includere una gamma di capi che rappresentassero l’ampiezza della nostra storia e i vari momenti culturali in cui Levi’s si è intrecciato nel tempo: dai Levi’s indossati dai minatori e da un cowboy, al gilet indossato da un attivista per i diritti civili fino ai jeans indossati da un atleta olimpico che ha vinto una medaglia d’oro», spiega Panek, che conclude: «Sono stati indossati da persone comuni e da celebrità in tutto il mondo. Sono diventati l’uniforme di molte persone e la tela perfetta per esprimere il proprio stile, la politica, i gusti musicali o gli interessi personali. Pochi altri pezzi al mondo hanno avuto e continuano ad avere un impatto culturale così forte. Questa mostra è un viaggio autentico nel nostro passato e nel nostro presente che ci invita a guardare avanti».