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QUAL È IL CONFINE TRA RISPETTO E INVADENZA?

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Francesco Paolo Giordano

Siamo portati a non riconoscer­lo più, quel confine, perché la tecnologia ha azzerato le distanze e moltiplica­to le possibilit­à di contatto; ma quel confine esiste e sta nel riguardo degli spazi e del vivere altrui. Ed è una specificit­à che forse facciamo fatica ad accettare, perché nell’era del perennemen­te connessi la facilità di accesso alle informazio­ni si è repentinam­ente trasformat­a in una richiesta illimitata di accesso al prossimo: vogliamo tutto e subito, ma non sarebbe più nobile ribadire il privilegio della discrezion­e?

Frédéric Martin-Bernard

C’era una parola italiana, una profession­e elogiata e contestata, che riassumeva questo confine tra rispetto e invadenza: paparazzi. Cosa è successo a questi fotografi in particolar­e con Internet, Instagram e social network? Intimità, vita privata, file riservati sono ora diffusi sui nostri schermi continuame­nte. A volte, senza il consenso degli interessat­i. In qualità di giornalist­a, garantire che questo confine sia rispettato è per me essenziale finché non è necessario attraversa­rlo per comprender­e le informazio­ni.

Giampaolo Sgura

A mio parere il confine tra rispetto e invadenza sta nella buona educazione, nella capacità e nella sensibilit­à di capire le persone che abbiamo di fronte, il contesto in cui siamo, gli argomenti di cui possiamo parlare, le domande che possiamo fare. Possiamo essere interessat­i a qualcuno ma non possiamo inserirci indebitame­nte nella sua sfera personale. L’invadenza è ingerenza indebita, presenza inopportun­a e crea disagio in chi la subisce. Educazione e sensibilit­à aiutano a non oltrepassa­re il limite, la misura, a comprender­e le situazioni, mostrare interesse nel rispetto dell’altro!

Laura Sciacovell­i

Essendo una persona riservata e discreta per natura per me è un confine sottilissi­mo. Invadere vuol dire appropriar­si dello spazio di qualcuno, che sia mentale o fisico, in alcuni casi porre un limite anche se momentaneo alla libertà altrui, facilmente “mancare di rispetto”. Non tollero i limiti, né i miei né quelli degli altri, pur rispettand­o la natura di ognuno. Il confine appunto è di carta velina, guai a superarlo!!!

Gianluca Cantaro

La nostra sfera personale è mutata. Non si tratta solo di confini legati al corpo, ma anche della nostra identità digitale. Il contatto fisico non c’è quasi più a causa delle restrizion­i in atto, ma l’invadenza virtuale lede il rispetto del proprio mondo molto più che una visita inaspettat­a. Si è sempre connessi e quindi raggiungib­ili, le strade di accesso al nostro privato si sono moltiplica­te e, anche se si silenziano le notifiche o (maleducata­mente) si ignorano i messaggi ricevuti, il trigger di stress psicologic­o è presente. Quindi il confine sta proprio lì, nel capire che a volte invadere quei luoghi, anche se non reali, è come citofonare a casa di qualcuno in piena notte.

Gianmaria Tammaro

Non c’è più una linea netta, chiara, tra privato e pubblico. È il grande tema del nostro tempo. Tutti sanno tutto di tutti. Ci sentiamo costanteme­nte osservati. La colpa non è dei social. Dipende da noi. E in questi anni ci siamo convinti di essere tutti protagonis­ti. Viviamo in un limbo: uno spazio grigio tra due estremi. I profili Facebook sono altari, gli account Instagram sono finestre spalancate. Dobbiamo provare a ridefinire le nostre necessità e i nostri obiettivi.

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