LA NUOVA VITA DELLE ASTE DIGITALI
La pandemia ha accelerato i cambiamenti in ogni settore, ma forse nel mercato dell’arte più di ogni altro. Le aste sono state il modo più semplice di acquistare e vendere arte in questo periodo.
La cosa sorprendente, a pensarci, è che per 250 anni le aste d'arte si sono svolte con un solo e immutabile format. Fino a quest'anno. Lo ha detto in modo molto chiaro a Bloomberg Businessweek Guillaume Cerutti amministratore delegato di Christie's: «La pandemia ha accelerato i cambiamenti in ogni settore, ma forse nel mercato dell'arte più di ogni altro». Gli ha fatto eco Ed Dolman, Ceo di Phillips: «Uno dei motivi per cui abbiamo avuto così tanto successo è la significativa interruzione del resto del mercato, come la cancellazione completa di quasi un anno intero di fiere d'arte. Le aste sono state probabilmente il modo più semplice per la maggior parte delle persone di coinvolgere, acquistare e vendere arte in questo periodo. E ne abbiamo beneficiato enormemente». Il 2020, anno della pandemia, è stato l'anno delle aste on line, per ovvi motivi, ma non si immaginava questo impatto. Quelle classiche ovviamente si sono ridotte fino a eliminarsi, le fiere sono state cancellate, gli affari delle gallerie, soprattutto di quelle piccole più in sofferenza, si sono enormemente ridotti, ma intanto le aste on line e quelle private sono cresciute esponenzialmente. Si è affermato soprattutto un modello di asta ibrida (condotta sia di persona sia online, spesso in live-streaming) introdotto da Christie's, Sotheby's e Phillips nell'estate di quest'anno raccogliendo oltre due miliardi di dollari da fine giugno a dicembre. Sotheby's, la casa tradizionale che probabilmente ha lavorato di più negli ultimi anni per costruire una solida infrastruttura online, ha comunicato che nel 2020 oltre il 70 per cento delle sue aste si è tenuto online, rispetto al 30 per cento dello scorso anno. Altro dato che impressiona è che il 40% degli offerenti nelle aste online Sotheby's era rappresentato da nuovi clienti. Anche Christie's ha registrato un totale record di vendite digitali: 311 milioni di dollari, in crescita del 262% rispetto al 2019. Sempre Cerutti di Christie's prevede nel 2021 «un afflusso di nuovi clienti, in particolare i millennial». Altro dato, significativo anche per gli scenari economici globali, è quella che è stata definita “la resilienza dell'acquirente asiatico”. Infatti, dopo alcuni anni di calo, l'Asia è riemersa come una forza importante nel mercato nel 2020, essendo tornata alla normalità, cioè davanti all'Occidente. Sotheby's ha dichiarato che 982 milioni di dollari, ovvero il 20 per cento delle sue vendite totali, provengono dal continente asiatico.
Resta da vedere ovviamente se questi cambiamenti persisteranno una volta che la pandemia sarà sotto controllo, o se questo grande successo digitale sia soltanto una compensazione per la cancellazione di eventi dal vivo. Anders Petterson, fondatore e amministratore delegato di ArtTactic, pensa però che i numeri riflettano «un cambiamento o spostamento sistemico, piuttosto che un aggiustamento temporaneo». L'artista più venduto del 2020 non è invece una sorpresa, si tratta di David Hockney con un valore complessivo di 71,8 milioni di dollari, mentre viene considerata molto interessante dagli esperti la comparsa nella top ten (al nono posto) di Matthew Wong, artista canadese autodidatta morto suicida nel 2019.