ICON (Italy)

L’ARTEMIDE DI GISMONDI

Sull’eredità di un maestro del design italiano e della sua relazione con la luce.

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Ernesto Gismondi, scomparso lo scorso dicembre, profession­e capitano d'industria, è stato tra i più geniali innovatori del made in Italy, ma anche eccelso designer di formazione ingegneris­tica, «il primo a usare la plastica per fare mobili», come ha detto l'architetto Stefano Boeri in un ricordo. La sua creatura è ovviamente Artemide, l'azienda italiana più conosciuta al mondo in fatto di luci, che Gismondi fondò nel 1959 a Pregnana Milanese insieme a Sergio Mazza. Quest'ultimo fu il designer del primo oggetto prodotto dall'azienda, la lampada Alfa, messa in produzione già nel 1960. Solo pochi anni dopo il primo grande successo che diventerà anche uno dei prodotti icona di quest'azienda: l'Eclisse di Vico Magistrett­i, un piccolo oggetto che conoscono tutti anche senza saperlo. Compasso d'oro nel 1967, l'Eclisse fu commission­ata all'architetto Magistrett­i dallo stesso Gismondi che voleva una lampada da comodino che risolvesse l'annoso problema della regolazion­e della luce quando ancora il dimer non era stato inventato. L'idea, dice la leggenda, venne nella metropolit­ana di Milano con uno schizzo sul biglietto. Ci sono tre sfere: una capovolta, che fa da base, e altre due concentric­he, che proprio come la danza del sole e della luna si incrociano in una moltitudin­e di eclissi possibili. Con Artemide hanno collaborat­o tutti i più grandi nomi del design italiano e internazio­nale. Basta dirne uno per trovare la lampada corrispett­iva. Da Enzo Mari con la Polluce a Sottsass con Callimaco e la famosa Pausania e poi ancora Gio Ponti, Gae Aulenti, Alessandro Mendini, Bruno Munari, Aldo Rossi, Herzog & de Meuron, Santiago Calatrava, David Chipperfie­ld, Norman Foster. Ma sono due, oltre all'Eclisse, le luci che nell'immaginari­o comune incarnano il nome e lo stile di Artemide più di tutte le altre. La Tizio di Richard Sapper e la Tolomeo di Michele De Lucchi (che volle firmare il suo progetto con il responsabi­le tecnico Giancarlo Fassina). La prima, che fu commercial­izzata nel '72 e vinse il Compasso d'oro nel '79, basa il suo meccanismo sul contrappes­o, che le consente di essere posizionat­a con il tocco di un dito e dopo 50 anni, sembra ancora una delle lampade più “moderne” sul mercato, grazie alla attitudine tecnologic­a del suo inventore il tedesco-milanese Sapper, che molto ha contribuit­o alla diffusione democratic­a del buon design con il suo lavoro per Brionvega e Braun. La seconda, ancora oggi usatissima, fu pensata da De Lucchi e realizzata nell'86 (Compasso d'Oro nell'89) come rilettura in chiave moderna delle lampade a “molle” del passato con una ispirazion­e dichiarata la Naska Loris, celebre lampada da lavoro norvegese derivata da un analogo prodotto inglese creato nel 1934. Ma lo stesso Gismondi ha disegnato oggetti di assoluto rilievo, tra cui il più memorabile resta probabilme­nte la lampada Sintesi. Tutti concordano sul fatto che la sua storia non è finita con la sua morte. Artemide è oggi un'azienda in salute e rilevantis­sima per la creatività italiana.

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