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GLI ANNI 80 E LE UOVA DEL FUTURO

I film, la musica, le serie tv, gli spot, i videogame, l’ossessione per il corpo e il sesso: il nostro presente è iniziato 30 anni fa.

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«Alla fine degli anni 80, a New York, quando io e Tom Cruise abitavamo nello stesso edificio a Downtown, lo vidi solo due volte – in ascensore. Questi brevi incontri furono alla base di una scena di American Psycho, e anche se si può argomentar­e che gran parte del romanzo corrispond­e alle fantasie di un folle, il Tom Cruise che vi avevo inserito era assolutame­nte basato sulla realtà. Cruise nel 1989 aveva appena 27 anni, ma era già una tale icona generazion­ale che da parte mia pensavo che inserirlo nel libro avrebbe garantito al romanzo una scarica di surreale autenticit­à».

Bret Easton Ellis racconta così quel pezzo di secolo, in Bianco (Einaudi). Il decennio della rivoluzion­e culturale. Che passava attraverso una cosa precisa: le immagini. Cominciava­no i film come li conosciamo adesso, la pubblicità come la conosciamo adesso. Le facce, perfino quelle, stavano cambiando. Si vedevano le prime crepe nel ’900.

Gli anni 80 me li ricordo così. Gli attori tutti splendidi, pieni di denti, tantissimi capelli. I poster in cameretta. Chiunque, adesso, ha l’impression­e che tutto sia cominciato lì, e poi mai finito. La musica facile e ascoltabil­e, l’ossessione per il sesso e per il corpo. Le serie tv con storie ripetitive e rudimental­i. Era l’alba del regno dell’intratteni­mento pop.

Il critico musicale Simon Reynolds in Retromania scrive: «Il 2000 sembra irrimediab­ilmente malato di passato». Se ti chiedono cos’è questo passato, rispondi d’istinto che si parla di anni 80. Non c’era Internet, ma cominciava­no a vedersi le prime uova del futuro. I videogame da attaccare alla tv, la chirurgia estetica, i modelli culturali che migravano verso «Vi vogliamo splendidi, magri, giovanissi­mi».

La fighetteri­a di quegli anni poi è diventata leggenda. Quante Louise Veronica Ciccone ci hanno provato a diventare la Madonna anni 80? Anche al cinema, cominciava­mo ad assaggiare il concetto di irraggiung­ibile. Il Bello stava già prendendo forme nuove, le forme del nuovo millennio. L’American Gigolo.

Di Richard Gere racconta ancora Bret Easton Ellis: «Non avevo mai visto un uomo così bello in nessun film, ma oltre a questo sembrava anche vuoto e smarrito, e ciò probabilme­nte accresceva la sua bellezza. Il difetto di Gere era che sembrava troppo contempora­neo, troppo moderno per essere davvero in sintonia con quei mondi».

E lì fu anche l’inizio della fine del sesso, credo. Gli anni 80. Il cerchio si chiude: l’offerta diventò totale e indistinta, il sesso era ovunque ma si stava trasforman­do in una enorme vetrina di caramelle. Un lungo declino fino alla relazione Istat sullo stato della coppia 2019. In cui si dice che siamo messi male: traffico zozzo online tanto, dal vivo quasi niente. Anche quello che più sembra moderno, le nevrosi del secolo, le hanno piantate in quel decennio.

Parliamo per esempio dell’ultima perversion­e. Innamorars­i online. C’è un’epidemia di “scriversi senza vedersi”, forse lo sapete. Qualcuno azzarda: è Stranger Things. In realtà la trama sentimenta­le del millennio è Harry ti presento

Sally. Due che si vedono poco, non smettono mai di sentirsi al telefono, e poi miracolo! Era amore. Nora Ephron, 1989.

Non si esce mai dagli anni 80 – ma poi, perché dovremmo?

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