NELLO CHAMPAGNE IN LODE A STIRLING MOSS
Da Parigi a Épernay, dove si snodano 110 km di cantine. E poi fino a Reims, dove nel 1952...
Bollicine imperiali e motori che si ispirano alla pista, nello specifico un benzina da 5.0 litri V8 sovralimentato, capace di sprigionare la carica di 550 CV e 700 Nm di coppia, messo alla prova in una delle regioni più profumate e frizzanti di Francia, quella dello Champagne, a casa dei Messieurs Moët & Chandon. Queste le premesse della nostra prova con Jaguar, a Épernay, distanti un paio d’ore dalle faville di Parigi ma illuminati da un cocente sole di inizio luglio, che tinge i grappoli pregiati e la camaleontica verniciatura Midnight Amethyst Gloss, caratteristica dell’esclusiva
F-Pace SVR Edition 1988, prima edizione limitata del Suv del marchio felino.
Sotto i vigneti del dipartimento della Marna si snodano, silenziosi, 110 km di cantine, dove migliaia di bottiglie riposano, a volte anche per interi decenni, in attesa di arricchire le tavole e i palati, sorvegliate da mastri vinai scrupolosi amanti della tradizione. Quella che crede nei dettagli, nella cura della materia prima, nella passione e nell’unicità del prodotto. In questa esperienza di gusto e di guida, il parallelo su quattro ruote è al volante di uno dei soli 394 esemplari prodotti della F-Pace SVR Edition 1988 (20 dei quali sono destinati al mercato italiano), creata dalla mano degli esperti di personalizzazione di SV Bespoke, e dell’ultima versione della Jaguar FPace SVR, regina della gamma di Suv della casa inglese, migliorata nello stile e nell’avanguardia tecnica.
Di carattere ne aveva già da vendere nella sua versione originale. Ora, questo nuovo capolavoro della divisione Special Vehicle Operations di Jaguar, con il cambio
automatico a otto rapporti, regala una guida raffinata, fluida, definita, senza privarci di comfort e controllo, capace di passare a una altrettanto reattiva e performante in pochi attimi. Jaguar F-Pace SVR aggiunge, e raggiunge, una velocità massima di 286 km/h, uno scatto da 0 a 100 in quattro secondi, un impianto frenante con booster elettrico e pedale corto per una maggiore sicurezza e sportività; un occhio di riguardo è riservato inoltre alle emissioni di CO2 (ridotte a 275 g/km rispetto alle 281 g/km della F-Pace SVR 19MY che garantiscono un risparmio di carburante pari a 23,1 mpg, ovvero 12,2 l/100km).
Atletica, con le linee plasmate dall’esperienza in campo motoristico per influire al minimo sulla resistenza, l’effetto corsa non si esaurisce nemmeno al suo interno, dove a un lusso dinamico fa compagnia la tecnologia più moderna di Jaguar, posizionando la F-Pace SVR tra i veicoli del futuro. L’esclusività è alla sua acme con FPace SVR Edition 1988. La livrea ametista, omaggio all’antenata corsaiola, è esaltata dai cerchi in lega da 22 pollici Champagne Gold Satin; i particolari esterni e interni Sunset Gold Satin, il tetto panoramico scorrevole e le finiture in fibra di carbonio aggiungono tocchi di ricercatezza e svelano una minuziosa dedizione alla cura dei dettagli. Per finire, la ciliegina da toys for boys: la grafica “One of 394”. Il nome è un inchino alla sorella vincitrice del Campionato Mondiale Sport-Prototipi nel 1988, la Jaguar XJR-9 LM, mentre il prezzo supera i 140mila euro. Noi ci siamo accontentati di provarla, con un pit stop da veri appassionati di motorsport d’antan in un luogo iconico per il giaguaro, il Circuit ReimsGueux, teatro, tra il 1926 e il 1972, di numerose corse – come il Gran Premio di Francia e la 12 ore di Reims – su una serie di tracciati triangolari che utilizzavano strade pubbliche. In questo angolo di nostalgia, 70 anni fa, Sir Stirling Moss, al volante della sua Jaguar Tipo C, ottenne la prima vittoria in assoluto con un’auto dotata di freni a disco. E i fiumi di champagne cominciavano a scorrere...