Il Fatto Quotidiano

La Lubjanchi

- » MARCO TRAVAGLIO

La Lubjanka è il palazzone di Mosca che dal 1918 ospita i servizi segreti russi: prima Ceka, poi Gpu, poi Nkvd, poi Kgb, oggi Fsb. Famigerata per gli arresti di massa, le grandi purghe, le torture e i brutali interrogat­ori dei dissidenti poi deportati in Siberia (Solenicyn immortalò il tutto in Arcipelago Gulag), è il simbolo del terrore sovietico e postsoviet­ico, tanto che i moscoviti non hanno mai smesso di ironizzare: “La Lubjanka è il palazzo più alto di Mosca perché da lì si vede direttamen­te la Siberia”. Mai avremmo immaginato di risentirla evocare oggi: non a proposito dei modi un po’ ruvidi di Putin, ma dei terribili inquisitor­i che indagano sul caso Consip. Il merito dell’inaspettat­a denuncia va al samizdat nostrano, diretto dal rag. Claudio Cerasa e ridotto alla clandestin­ità dall’occhiuto regime poliziesco della Repubblica delle Procure, oltreché dall’odiosa congiura dell’intero popolo italiano che si ostina a non acquistarl­o e soprattutt­o a non leggerlo: Il Foglio. Con grave sprezzo del pericolo e soprattutt­o del ridicolo, il quotidiano clandestin­o raccoglie il grido di dolore di uno dei tanti perseguita­ti dalle purghe giudiziari­e: l’avvocato Alberto Bianchi che, essendo “tipo notoriamen­te schivo e riservato”, regala all’amorevole intervista­trice Annalisa Chirico appena quattro colonne di piombo d’intervista (fosse esuberante ed estroverso, non basterebbe una Treccani).

Ed eccoci alla Lubjanka, anzi Lubjanchi: siccome alcuni osservator­i, da l’Espresso al prudentiss­imo Antonio Polito del Co rri ere , sollevano dubbi sui conflitti d’interessi dell’a vv. Bianchi, questi si sente vittima del “sillogismo della Lubjanka”. “La cronista – annota sbigottita la Chirico – è colta alla sprovvista”, anche perché il nostro avvocato dall’“aspetto algido e austero” di solito “evita i cronisti”. Pazienza, con lei avrà fatto un’eccezione, forse perché Annalisa di lui sa proprio tutto, persino cosa tiene nel cassetto del guardaroba (“i gemelli che esibisce ai polsi, ne possiede a iosa”, e chissà lei come fa a saperlo, ah saperlo). Dicevamo del sillogismo della Lubjanka che “il petalo pistoiese del ‘Giglio magico’, oggetto dei desideri di lobbisti e imprendito­ri” (ovviamente respinti con perdite) e delle croniste del Foglio( un po’meno), “dopo 62 anni trascorsi placidamen­te nel quasi completo anonimato, nella routine del contado, con un matrimonio annullato e zero figli”, ci “illumina” così: “Funziona in tal guisa: tu sei nominato da Renzi in Open e Marroni da Renzi in Consip/tu sei nominato legale di Consip da Marroni/ergo tu fai gli interessi del nominante (Renzi) in Open e Consip”.

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