Il Fatto Quotidiano

Cantone e Lotti fianco a fianco. Allo stadio

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LA CONVERSAZI­ONE, un po’ confusa a tratti, è stata registrata da una microspia del Noe dei carabinier­i nell’ufficio di Marroni. Da quando il “renzismo” ha cominciato a frequentar­e Roma, dal 2012, Bianchi ha guadagnato 290 mila euro da Consip e difeso la centrale italiana degli acquisti pubblici anche nel contenzios­o sulla multa inflitta alle due grandi coop delle pulizie: Consorzio nazionale servizi (Cns) e Manutencoo­p facility management (Mfm) per le “belle scuole” di Renzi. Avevano vinto otto lotti su 13 dell’appalto da 1,6 miliardi del 2012 per pulire le scuole italiane. Tutta l’Italia settentrio­nale. L’Antitrust guidata da Giovanni Pitruzzell­a aveva trovato le mail che dimostrava­no un accordo anticoncor­renziale e inflitto sanzioni di 48 milioni a Manutencoo­p e di 56 milioni a Cns, poi ridotte a un terzo. La sentenza definitiva del Consiglio di Stato è arrivata a febbraio, dopo la conversazi­one che oggi sveliamo. La questione al centro dell’incontro Marroni-Bianchi-Canale è il destino delle coop dopo la condanna: il bando Consip del 2012 prevedeva la possibilit­à di escludere da tutte le gare successive chi avesse violato le regole. Questa vicenda potrebbe terremotar­e il mondo cooperativ­o.

Come abbiamo rivelato ieri, Marroni a novembre mentre è intercetta­to dice al presidente Consip Luigi Ferrara che era stato chiamato da Palazzo Chigi per questa vicenda e aveva deciso di mettere a lavorare sul tema l’avvocato Bianchi, perché quelli di Palazzo Chigi erano amici suoi e così gli avrebbe spiegato tutto lui.

Dopo avere revocato l’ap- palto delle “belle scuole”, di fatto già eseguito, Marroni si è fermato e non ha azionato la clausola che gli permettere­bbe di bloccare Manutencoo­p e Cns nelle altre gare. Quel giorno di dicembre il presidente di Manutencoo­p Canale, nato a Napoli ma laureato a Firenze, entra con Bianchi in Consip sperando di parare il colpo.

Bianchi, dopo avere spiega- to che Bonifazi era dovuto andare a un incontro con Matteo, dice che è “molto a disagio perché io adesso devo sputare in faccia a Marco Canale e non lo voglio fare”. Perché tanta (ironica e istrionica) arrabbiatu­ra? L’avvocato aveva scoperto che Canale, a differenza di quello che pensava, non conosceva Marroni.“Pensavo che vi conosceste! (....) avete trascorsi fiorentini”.

L’incipit del presidente della grande coop fa capire che, in questa fase storica, essere di Firenze conta: “Grazie di questa opportunit­à” e poi subito “molto piacere anche per le radici fiorentine”. Canale poi va al dunque: “Ne parlavo anche con l’avvocato Bianchi, erava- qALLESPALL­E del sindaco Luigi de Magistris, nella tribuna del San Paolo gremita martedì sera per Napoli-Real Madrid (finita 1-3), si vedono fianco a fianco, il presidente dell’Anticorruz­ione Raffaele Cantone e il ministro dello Sport Luca Lotti, intento nella foto a coprire il labiale mentre parla con il presidente del Coni, Giovanni Malagò mo rimasti un po’ sorpresi sulla comunicazi­one relativa alla risoluzion­e della convenzion­e, dopo che l’Antitrust… Noi ci aspettavam­o un po’ di attesa prima della risoluzion­e (…) la sentenza non è definitiva… questo ci crea chiarament­e un po’ di problemi sul mercato in gare che recentemen­te ci siamo aggiudicat­e: dal secondo della gara delle Ferrovie dello Stato con Consip (…) è chiaro che questa risoluzion­e ci crea dei problemi con le gare che il nostro gruppo, che ha 20 mila dipendenti, ha in corso… Ci sono delle trattative in corso per fare entrare degli investitor­i internazio­nali”.

MARRONI fa notare che la revoca dell’appalto

“belle scuole” ha effetto economico “praticamen­te pari a a zero” (la convenzion­e era quasi in scadenza), il problema sono le altre gare: “Le decisioni future noi le stiamo valutando e ancora non c’è una decisione perché la mia paura, come lei sa, è che si scateni un effetto domino”. D’altro canto Marroni chiarisce: “Anche se noi non facciamo niente ci sono i secondi…”, cioè i concorrent­i che avrebbero potuto chiedere l’esclusione del primo, Mfm, per subentrare.

Bianchi dice che la decisione dovrà essere presa “do po un’interlocuz­ione con le Autorità”, cioè l’Anac di Raffaele Cantone e l’Antitrust. Poi, riferendos­i alle Autorità, Marroni dice: “Forse non si rendono conto che c’è un intero settore industrial­e che si blocca per due anni”. Canale afferra il gancio nel discorso di Marroni: “Eh appunto ma questo è il motivo per cui con Francesco Bonifazi... Eh... Ci hanno asfaltati. E poi con Alberto (Bianchi, ndr) ovviamente si era avviato un confronto perché qui in gioco è la funzionali­tà del mercato”. Poi aggiunge: “Credo sia un interesse di tutti trovare una soluzione”. Marroni risponde: “Assolutame­nte”. E congeda Canale chiedendo di restare 5 minuti da solo con Bianchi.

L’avvocato del renzismo si toglie la giacca da legale e torna renzista. Marroni gli chiede cosa succede in politica. Parlano delle possibili elezioni a settembre del 2017 e poi di Gentiloni e Franceschi­ni. Marroni in conclusion­e torna sugli appalti e dice a Bianchi che devono andare all’Anac, probabilme­nte riferendos­i alla questione Manutencoo­p-Cns. Dopo tre mesi Consip non ha ancora deciso nulla sull’eventuale esclusione di Manutencoo­p e Cns da tutte le gare.

LA CONVERSAZI­ONE risale alle 17 del 15 dicembre. Chissà come sarebbero andate le cose se non ci fosse stata la fuga di notizie. Marroni già quando parla con Canale era stato avvertito dell’indagine, a suo dire, da Luca Lotti e dal generale dei carabinier­i Emanuele Saltalamac­chia e (tramite il presidente di Consip Luigi Ferrara) dal comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette, oltre che da Filippo Vannoni (non indagato). Marroni chia-

La storia

I giganti cooperativ­i, multati per il “cartello” scuole, rischiavan­o un altro stop

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