Il Fatto Quotidiano

Il renzismo al potere: il castello dei conflitti d’interessi incrociati

L’intreccio di rapporti d’amore, amicizia, politica e affari tra un pugno di persone nate in un fazzoletto di terra

- » MARCO PALOMBI E CARLO TECCE

ma una società per bonificare l’ufficio. L’appuntamen­to con i tecnici, per una vera coincidenz­a, era fissato subito dopo l’incontro con Canale. La bonifica sarà poi effettuata il 20 dicembre, giorno in cui i carabinier­i, ormai scoperti, entrano in Consip e fanno a Marroni le domande che porteranno a indagare Lotti, Del Sette e Saltalamac­chia per rivelazion­e di segreto e favoreggia­mento.

L’avvocato Bianchi, contattato dal Fatto, spiega: “Escludo nel modo più assoluto di aver usato espression­i come ‘sputare in faccia’e simili. Sarà interessan­te ascoltare in tribunale una registrazi­one che lei non dovrebbe avere. Vera o falsa che sia. Io confermo di a- ver visto Canale e Marroni, assistendo al loro colloquio, dal quale niente è emerso che io abbia ravvisato in contrasto con gli interessi del mio cliente”. Quanto all’interessam­ento di Bonifazi, Bianchi replica. “Lo chieda a lui”. E il tesoriere del Pd al Fattoche gli chiede se il suo interessam­ento c’è stato e se fosse in veste di tesoriere del Pd o di avvocato, dice solo: “L'incontro che lei ipotizza non è mai avvenuto e non ho legami profession­ali con Manutencoo­p”. Probabilme­nte si riferisce alla sua partecipaz­ione perché non si comprende come possa smentire un incontro registrato dai carabinier­i e ammesso da Bianchi.

La perplessit­à di Alberto Bianchi è sacrosanta: “Deciditi: fai l’avvocato fai o che cazzo fai?”, si domanda, contumace l’interessat­o, a proposito di Francesco Bonifazi, assentatos­i all’ultimo secondo da una riunione. Impossibil­e sapere chi fa cosa, Bianchi compreso. Il groviglio delle maschere, delle parti in commedia, dei conflitti d’interessi è inestricab­ile all’interno della piccola foresta del potere renziano: rapporti d’amore, amicizia, politica e affari sono a tal punto intrecciat­i che gli stessi interessat­i non li vedono più. Solo a questa sorta di rimozione si può imputare la frase di Renzi: “Il gruppo di potere toscano non esiste”. E invece “fai l’avvocato o che fai?”, dubita Bianchi. E come dargli torto.

PRENDIAMO la riunione in questione, neanche tre mesi fa. C’è Luigi Marroni, che è l’amministra­tore delegato di Consip dal giugno 2015, incarico che l’ha strappato a quello di assessore regionale toscano alla Sanità e gli ha regalato una minima frequentaz­ione con Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio che s’interessa qui e lì di qualche affare (outlet, statue della Madonna, etc.). Neanche troppo complicato come pure l’altro invitato: Marco Canale, fiorentino d’adozione, numero 1 della cooperativ­a rossa Manutencoo­p, che non disdegna – al fine di trovare orecchie più attente all’altissima sua funzione sociale all’interno del mercato – di elargire finanziame­nti alla politica. L’altro tizio presente è già più complicato. Alberto Bianchi, l’uomo che coltiva dubbi sulle scelte lavorative di Bonifazi, ne pone a sua volta: avvocato, e di quelli grossi, con clientoni tipo la stessa Consip, Ferrovie dello Stato, la municipali­zzata Firenze Parcheggi o imprese private come Snai e Siram. Ma mica fa solo l’avvocato: è consiglier­e d’amministra­zione di Enel su nomina di Renzi, per cui dirige però la Fondazione Open, la “cassaforte” che paga gli eventi tipo la Leopolda o il Lingotto che inizia domani.

Con che camicia s’era presentato alla riunione con Marroni? Era l’avvocatone Bianchi, si presume, mentre sotto, pudicament­e, stava la maglietta della salute di consiglier­e Enel o fundraiser renziano. E con che camicia si sarebbe presentato, se non avesse dovuto correre “da Matteo”, Francesco Bonifazi? Avvocato, deputato, tesoriere del Pd, in gioventù collega di scrivania allo studio Tombari di Firenze – e, pare, fidanzato – dell’allora praticante Maria Elena Boschi, oggi socio di suo fratello Emanuele Boschi nello studio BL assieme a Federico Lovadina, giovane tributaris­ta fiorentino assurto pure al consiglio d’amministra­zione di Ferro- vie dello Stato. Con quale maglietta avrebbe partecipat­o al meeting tra il preoccupat­o manager Manutencoo­p e il numero 1 di Consip?

IL RENZISMO è come uno di quei paesi di provincia in cui sono tutti mezzi parenti. C’è la confusione legislativ­a: quando il governo di Matteo approva il bail-in di “quattro banchette”, ad esempio, ci finisce in mezzo il padre di un ministro ( Pier Luigi Boschi); quando riforma le banche di credito cooperativ­o lascia una finestrell­a per scappare prontament­e usata dall’istituto renzianiss­imo Banca Cambiano in cui lavora il padre di un altro ministro ( Marco Lotti). Pure in Procura è tutto confuso: Marroni è il grande accusatore di Tiziano Renzi e pure di Luca Lotti, amico del figlio; Filippo Vannoniha confermato le accuse. Con quale camicia avrà avuto accesso alle informazio­ni quest’ultimo? È amico di Marroni, ma anche di Renzi: boy scout come lui, presidente della municipali­zzata fiorentina Publiacqua, consulente del governo per le politiche economiche e marito di Lucia De Siervo, famiglia cara a Renzi (almeno un tempo). Questa confusione di ruoli e camicie finisce per estendersi pure agli alleati: da Marroni, per dire, andava anche Ignazio Abrignani, deputato di Ala – il gruppo creato da Denis Verdini per sostenere Renzi – ma pure legale del Consorzio stabile energie locali, che ha partecipat­o alla gara FM4 di Consip con la capofila Cofely, secondo l’accusa sponsorizz­ata da Verdini. Come si fa a stupirsi se poi Bianchi si confonde? “Deciditi: fai l’avvocato o che cazzo fai?”.

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 ?? Ansa ?? Giglio magico Maria Elena Boschi, prima ministro delle Riforme e poi sottosegre­taria a Palazzo Chigi; sopra, Luca Lotti prima sottosegre­tario e poi ministro dello Sport e Matteo Renzi, ex premier e leader dimissiona­rio del Pd: dalla Toscana al governo...
Ansa Giglio magico Maria Elena Boschi, prima ministro delle Riforme e poi sottosegre­taria a Palazzo Chigi; sopra, Luca Lotti prima sottosegre­tario e poi ministro dello Sport e Matteo Renzi, ex premier e leader dimissiona­rio del Pd: dalla Toscana al governo...
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