Matteo in tv assolve Lotti, Romeo e Del Sette
Da Bruno Vespa L’ex premier fa il garantista e attacca i pm Su Gentiloni: “Se fa cose arriva a scadenza. No aumento Iva”
Il giorno dopo il ritorno in televisione di Maria Elena Boschi, sempre a Porta a Porta, arriva Matteo Renzi, alla vigilia dell’evento del Lingotto per lanciare le primarie del Pd e nel mezzo dell’i nc h i es t a Consip che coinvolge babbo Tiziano e l’amico e braccio destro Luca Lotti, entrambi indagati. L’ex premier assolve subito il ministro dello Sport e il comandante dei Carabinieri Tullio Del Sette: “Il ministro non è accusato di tangenti o altro, ma insieme al generale Del Sette, è accusato di rivelazione del segreto d’ufficio. È un reato molto antipatico e spero sia perseguito. Io sono certo dell’innocenza di Lotti e Del Sette”. Garantista anche con l’imprenditore Alfredo Romeo: “È una persona in questo momento in carcere che per me è una persona innocente. Dieci anni fa si è fatto due mesi in carcere, e poi gli è stato detto che era innocente”. Poi ha aggiunto velenoso contro i pm: “Ci sono state alcune inchieste, con alcuni pubblici ministeri, che hanno un ruolino, una carriera che parla per loro....”.
SUL BABBO è meno netto: “Non metto bocca su questa indagine. Mio padre ha un avvocato, si difende, racconta cosa è successo, ed è assolutamente certo di essere innocente e fa la sua parte. Io da figlio vivo la dimensione umana di questa vicenda, ma rispetto le istituzioni”. Sul capo di Consip, Luigi Marroni, conferma la linea del ministro competente in materia, Pier Carlo Padoan: “Non metto bocca su queste tematiche. È il ministro dell’Economia che ha la responsabilità di decidere e avrà sempre il mio sostegno”. Allo stesso tempo, però, Renzi fa sapere a Padoan che non deve neanche pensare all’Iva: “Se noi la aumentiamo, se continuiamo a spremere, spremere, spremere non ce la facciamo, ma non credo che Gentiloni voglia aumentare l’Iva. Dentro i tecnici dei ministeri l’aumento dell’Iva è un evergreen. È facile fare i soldi così, ma facciamo dei cittadini il bancomat dei politici”.
DOPO LA PRIMA a p e r tu r a nell’intervista a Fabio Fazio di un paio di settimane fa, Renzi conferma la fiducia al governo di Gentiloni: “Lo abbiamo detto in tutte le salse, l’importante è che si facciano le cose. C’è il pieno accordo con Gentiloni e siamo tutti impegnati a sostenerlo. Fino al febbraio 2018”. E attacca il rivale per la segreteria Dem Emiliano che sarebbe contrario all’obbligatorietà dei vaccini: “Non perda la faccia su questo”. Seconda domanda: com’è possibile che Padoan abbia rifiutato le dimissioni di Marroni? Quello ha tolto le cimici dal suo ufficio, ha accusato un ministro, ha teorizzato che un manager deve ascoltare le pressioni delle imprese salvo poi fare come vuole, ha violato il codice etico: è normale che si dimetta, non che lo si tenga lì.
Ha appena detto che resterà fino al 2018. Padoan ha detto che Marroni non può decadere, ma nessuno parla di decadenza. La posizione di Marroni richiede un’azione di responsabilità del ministro- azionista. Domanda: perché Padoan non ricorre al codice civile (art. 2392 e 2393) per rimuovere l’ad di Consip e rinnovare le cariche (art. 2383)? Domanda: cosa gli impedisce di muoversi contro un manager che, a detta della maggioranza, calunnia un ministro e il padre dell’ex premier?