Il Fatto Quotidiano

8 marzo, il mondo delle donne: cortei, slogan (e qualche disagio)

Una festa per la prima volta davvero globale, da New York a Melbourne, per chiedere parità e stop alla violenza di genere. In Italia polemiche per il tilt causato dalla protesta

- » IRENE TINERO

Laprotesta è donna ed è stata un successo. La giornata internazio­nale è stata dedicata ai diritti al femminile in 40 paesi con centinaia di migliaia di donne in piazza. Ni una in menos è un’associazio­ne che nasce in Argentina, dove muore una donna per femminicid­io ogni 30 ore. Tentò già lo scorso anno di rendere l’8 marzo giornata di sciopero globale in Polonia, a seguito del tentativo di indurire la legge sull’aborto. “Non avremmo mai immaginato di coinvolger­e diverse città del mondo - spiega Mercedes Funes, tra le fondatrici - Quando abbiamo iniziato eravamo in dieci, quasi tutte giornalist­e, via chat”.

In tutto il mondo le donne sono scese in piazza contro violenze di qualsiasi tipo, uccisioni, discrimina­zioni di genere, tagli nei centri anti-violenza, mutilazion­i genitali ancora praticate in alcuni paesi e per chiedere una maggiore libertà nell’uso di contraccet­tivi ed una revisione della legge 194, sull’aborto. Le donne ieri sono scomparse dalla circolazio­ne per sottolinea­re l’importanza della loro presenza produttiva e riprodutti­va nelle società odierna.

Tante le iniziative nelle 86 città italiane coinvolte, ma altrettant­i i disagi, che non hanno risparmiat­o le donne, come sottolinea l’ex ministro Mara Carfagna (Fi) in un post su Facebook: “questo sciopero ha reso la nostra giornata simbolo molto più difficile e complicata”.

Nessun disagio a Napoli: alle 11 di ieri mattina erano rientrati 34 dei 280 mezzi in circolazio­ne e la partecipaz­ione si attestava intorno al 12%. Al contrario, a Torino hanno preso parte alla manifestaz­ione un gruppo di madri di alcuni No Tav sottoposti a misure cautelari. A Firenze la protesta è iniziata in Le città italiane coinvolte nel movimento di protesta I Paesi che in tutto il mondo hanno deciso di aderire al progetto Ni una in menos Le ore che intercorro­no tra un femminicid­io e l’altro in Argentina Piazza Santissima Annunziata, dove si trova un consultori­o chiuso da due anni. Per le strade c’erano 2.000 persone, donne e uomini. Nardella ha parlato di “disagi sui cittadini”, senza però voler essere polemico: “Ci sono tanti modi per poter evidenziar­e il messaggio dell’8 marzo. Però sono scelte del sindacato”. In Piazza Maggiore a Bologna è sorto uno “spazio dei bambini”, gestito esclusivam­ente dai papà, mentre le donne praticavan­o la spagnola “cacerolazo”, con padelle e mestoli alla mano. Presenti anche esponenti della comunità Lgbt, contro la transfobia.

A ROMA, in piazza Mignanelli, hanno deciso di scioperare le 40 sarte della maison d’alta moda, Valentino, sotto lo slogan “Vesto come voglio. Faccio quel che voglio”.

All’Università la Sapienza, ragazze e ragazzi hanno deciso di assentarsi dalle aule al grido di “Oggi la lezione ve la diamo noi. Sul nostro corpo non decidete voi”, mentre in via Casal Boccone è andato in onda il #Feministri­ke organizzat­o dalle (ex) impiegate di Almaviva. Solidale New York, dove la statua della libertà è rimasta al buio per oltre un’ora: le autorità hanno parlato di problemi tecnici, ma dal mondo del web è ferma la convinzion­e per cui Lady Liberty abbia voluto esprimere solidariet­à al “DayWithout­aWoman”.

Il Link Coordiname­nto universita­rio e l’Unione degli Studenti hanno coinvolto molte università contro le deleghe della legge 107: sarà forse per questo che la Ministra dell’Istruzione, Valeria Fe-

I numeri “Tutto iniziò in chat” Dall’Argentina il progetto che è diventato planetario: “Eravamo in 10...”

deli, non ha aderito “perchè è un modo di fare che non le appartiene”. Per Matteo Salvini “è stata una burla” , mentre Roberto Speranza (Mdp) e il presidente Mattarella, che ha parlato di “femminicid­io come emergenza sociale”, hanno invitato gli uomini a partecipar­e.

In nome della parità di genere ieri ai semafori di Melbourne, anziché scattare l’omino rosso, è comparsa una signorina rosa.

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LaPresse/Ansa In marcia Contro le violenze e per opporsi ad ogni omologazio­ne di genere
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