Il Fatto Quotidiano

Vi racconto il primo sciopero, quello di Lisistrata

La grecista: “Niente sesso, e nella commedia di Aristofane la guerra finisce. Protestare serve ”

- » SILVIA TRUZZI

Figlia del grecista Raffaele Cantarella, si laurea all'Università di Milano dove insegna fino al 2010 istituzion­i di diritto romano e diritto greco. Ha vinto il Premio Bagutta con il libro “Itaca. Eroi, donne, potere tra vendetta e diritto” Il

primo sciopero delle donne è antichissi­mo, risale a oltre due millenni fa e l’ha raccontato Aristofane in una celebre commedia, la Lisistrata. Ne abbiamo parlato, per l’8 marzo, con una donna che per spirito, intelligen­za, autorevole­zza ( e con quel nome di battesimo!) è davvero un’icona: Eva Cantarella, giurista, grecista, Ufficiale al merito della Repubblica, intellettu­ale femminista, autrice di numerosi saggi tra cui anche Tacita muta, Pa ss at o prossimo e L’ambiguo mala nn o( ripubblica­to di recente da Feltrinell­i), dedicati alla condizione femminile nell’antichità. Professore­ssa, partiamo dalla “Lisistrata”. Aristofane scrive questa commedia perché la guerra del Peloponnes­o infuria or- mai da una ventina d’anni e sembra non finire mai. Siamo nel 411 a.C. Atene è messa molto male, è in grande difficoltà. Lisistrata è un’ateniese che convoca non solo tutte le sue concittadi­ne, ma anche le nemiche, cioè le donne di Sparta. Tutte insieme si mettono d’accordo e decidono che per far terminare le ostilità faranno il famoso sciopero del sesso. Alla fine della storia – mentre Aristofane ci fa divertire con le vicende delle donne che a un certo punto trovano ogni scusa possibile per tornare a casa perché vogliono fare l’amore con i loro mariti – le protagonis­te la spuntano. La guerra finisce soprattutt­o grazie all’a lleanza tra Lisistrata e la sua amica spartana Lampitò. Anche nelle “Ecclesiazu­se” si parla di donne.

Sì, ne Le donne al Parlamento assistiamo a un “golpe rosa” in cui le donne riescono a impadronir­si del potere politico.

Femminismo ante- litteram?

Questo è un grande equivoco. La società greca era molto maschilist­a e Aristofane certamente non faceva eccezione. Queste commedie gli servono per criticare gli uomini, per sottolinea­re a che livello erano scaduti i suoi concittadi­ni. Aristofane – che compare nel Simposio di Platone, del cui circolo faceva parte – non era un grande democratic­o, anzi era critico nei confronti della democrazia ateniese. La città era ridotta talmente male da poter essere governata dalle donne: Aristofane aveva visto la città al momento del suo massimo splendore, l’idea delle” donne all’assemblea” era il peggio che poteva capitare. Un segno irrimediab­ile di decadenza. Le due commedie, che spesso vengono scambiate per femministe, s’inseriscon­o in questo quadro.

Millenni dopo cosa pensa dello sciopero di oggi (ieri per chi legge, ndr)? Confesso che non conosco a fondo tutti i particolar­i della protesta. In generale mi pare che sia stato un 8 marzo molto politico e poco celebrativ­o. Mi sembra interessan­te che questa cosa accada a livello mondiale. Per l’età che ho, so bene quali e quante battaglie hanno fatto le donne in Italia. Le più giovani danno tante conquiste per scontate, anche se non lo sono. Alcuni diritti esistono sulla carta, ma non sono sempre realmente garantiti: basta pensare all’interruzio­ne di gravidanza. Ma se guardiamo oltre i nostri confini sappiamo che esistono Paesi nei quali le donne sono vittime di discrimina­zioni e violenze inaccettab­ili. Per questo è importante che la protesta delle donne sia stata mondiale, di tutte. In fondo, tornando all’inizio della nostra chiacchier­ata, è quello che accade nella Lisistrata, dove le donne del mondo greco si mettono insieme.

Chi è

 ?? Ansa ?? Giurista
Eva Cantarella ha insegnato a Milano, Parma, Pavia, all’Università del Texas e all’Università di New York
Ansa Giurista Eva Cantarella ha insegnato a Milano, Parma, Pavia, all’Università del Texas e all’Università di New York

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