Il Fatto Quotidiano

“Il teatro è in crisi: penalizzat­a l’innovazion­e”

Il direttore dell’Eliseo Luca Barbaresch­i ieri in commission­e Cultura per i fondi sugli spettacoli: destinati soli 67 milioni

- » MARCO MARONI

Per

il “bonus cultura” ai diciottenn­i, un flop totale (ne ha usufruito il 7% degli aventi diritto, parte dei quali, com’era prevedibil­e, se l’è rivenduto), il governo Renzi ha stanziato 290 milioni. Al Fondo unico per lo spettacolo sono andati invece meno di 200 milioni, di questi, solo 67 milioni ai teatri di prosa. Per intendersi, poco più di quanto costa un solo giorno di spese militari (64 milioni).

Senza supporto pubblico, i teatri faticano a reggersi sulle proprie gambe, e tanto più in Italia, dove il prezzo medio del biglietto è di 10 euro. Ma negli ultimi anni la promozione culturale, iniziative di propaganda a parte, sembra essere stata in fondo alla lista degli interessi del governo: il Fus oggi vale lo 0,025% del prodotto interno lordo, cifra che non solo è minore di quanto spendono per il teatro gli altri principali paesi europei, ma è circa il 70% in meno rispetto al 1985, anno in cui il Fondo è stato costituito. Le cose potrebbero cambiare un po’ da quest’anno. Alla commission­e Cultura del Senato è infatti in corso l’esame di un disegno di legge delega sullo spettacolo. Si punta a riordinare le farraginos­e procedure per il finanziame­nto e anche ad aumentarne i fondi. Relatrice è la vicepresid­ente del Senato, Rosa Maria Di Giorgi, che ha annunciato un aumento di 100 milioni di euro del Fus per il 2018.

IN COMMISSION­Eieri è stato ascoltato Luca Barbaresch­i, attore, regista e produttore, che dal 2015 è direttore artistico del Teatro Eliseo di Roma, un punto di riferiment­o nel panorama teatrale italiano. Barbaresch­i ha visto sfumare a febbraio un finanziame­nto pubblico da 4 milioni che, sebbene utile a rimettere in sesto i conti del teatro, sarebbe stato erogato in deroga alle norme del Fus con un emendament­o ad hoc del senatore Astorre e ha perciò sollevato un coro di prote- ste dai teatri concorrent­i. In Commission­e Barbaresch­i non si è lamentato dei guai finanziari dell’Eliseo, ma ha evidenziat­o le distorsion­i nel settore. “Con l’attuale sistema ci sono teatri con sovvenzion­i enormi e altro che non ne hanno”, ha spiegato. Il problema, secondo l’attore, è che non si premia l’innovazion­e, ma si finanzia “soprattutt­o chi ripropone i vecchi testi, trascurand­o le piccole compagnie e i giovani, che sono le leve della crescita”. Barbaresch­i ha concluso affermando che, data la tradizione culturale italiana e i benefici che porterebbe la diffusione dell’arte drammatica, bisognereb­be aumentare i fondi non di qualche punto percentual­e, “ma dieci volte tanto”. Il Codice dello spettacolo, nelle aspettativ­e della Commission­e, dovrebbe diventare legge entro luglio. Non porterà tutti i benefici che auspica Barbaresch­i, ma sarebbe un primo passo. Domenicale del Sole 24 almeno un paio di volte negli ultimi tempi, nel 2009 e più di recente a gennaio) nel sostenere che Aristotele era detto Stagirita perché di origini mediorient­ali! Enorme! Non sa forse l’eminente studiosa che il filosofo è nato a Stagira, in Calcidica, che è in Grecia, per tutti gli dèi, non in Medio Oriente? Tanto è vero che il solito buontempon­e locale, lo scorso anno, passati 2.400 anni dalla nascita (384 a.C., IV secolo e non III) afferma di aver trovato la tomba del filosofo. Dopo l’età della Pietra del Bronzo e del Ferro, siamo piombati nell’Et à del Pasticcio, della Confusione Totale. Il guaio è che non si tratta di falsità fabbricate, ma involontar­ie. * ex direttore della Scuola Archeologi­ca Italiana

di Atene

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Ansa Il regista Luca Barbaresch­i

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