Il Fatto Quotidiano

Chiunque attacchi Trump è fesso e comunista

- SIMONETTA DE’ NEGRI LINA SARTORI OTTAVIO JACOPO CABILDO

Scrivo in riferiment­o alla recensione di Daniela Ranieri sul libro di Marco Bobbio Troppa medicina.. Un uso eccessivo può nuocere alla salute . Mi domando come mai la legittima riflession­e critica fatta dall’autore non venga estesa anche alle sempre ricorrenti campagne vaccinali, volte a imporre un numero sempre più alto di vaccinazio­ni obbligator­ie, soprattutt­o nella delicatiss­ima fase della prima infanzia.

Siamo arrivati al punto che la Lorenzin ha ratificato un provvedime­nto per escludere i bimbi non vaccinati dai protocolli educativi della prima infanzia che hanno sempre previsto l’am m is s i on e “senza alcuna discrimina­zione”. Anziché accettare come “dogmi” le profilassi sanitarie imposte dalle multinazio­nali farmaceuti­che basterebbe perseguire il tanto strombazza­to concetto di “identità europea”, adeguando i protocolli vaccinali italiani alle linee guida adottate nei Paesi europei più civili ed evoluti, dove non esiste alcuna obbligator­ietà vaccinale. Al contrario, c’è una corretta informazio­ne di base su pro e contro delle vaccinazio­ni, al fine di indurre i cittadini a una scelta consapevol­e.

Si tratta di una comunità sociale, biologica e geografica sterminata, dove le virtuali “barriere vaccinali” della ministra assumono solo un che di ridicolo e totalmente anti-scientific­o.

Di Biase contro la Raggi ma al Pd non ha nulla da dire

Con particolar­e interesse ho letto un articolo di Barbacetto in cui ha posto in evidenza un problema di rilevante attualità: non avevo dubbi che la sindaca sarebbe stata attaccata per tutto, in ogni momento. Non ho mai creduto alla versione che vuole Raffaele Marra come braccio destro della sindaca perché ho un concetto diverso del significat­o di braccio destro: Marra era un dirigente comunale, ben prima che arrivasse la Raggi in Campidogli­o.

La consiglier­a Di Biase, sempre pronta ad attaccare la sindaca, mi lascia perplessa perché non si è fatta sentire nel suo partito, che ha confermato ministri che hanno dimostrato di non essere adeguati a ricoprire il ruolo di cui sono stati investiti. Essere inadeguati è un titolo di merito?

Come ha fatto ad accettare che il CARO FURIO COLOMBO, noto che molti commentato­ri e direttori di giornali fanno sconti a Trump (nonostante il suo modo stravagant­e di interpreta­re il potere) con poco rispetto per Obama. Questione di pelle? INUTILE FINGERE. La pelle c’entra (il colore della pelle) e Obama ha colleziona­to, in Italia, critiche dure e aspri giudizi negativi, che non sono mai toccati ad altri presidenti americani.

Attenzione: bisogna distinguer­e il fenomeno di cui parla il lettore, e che io sto commentand­o, dall'antiameric­anismo automatico che ha sempre trovato violente ragioni contro ogni presidenza americana, in tutte le stagioni.

No, qui stiamo parlando dell’osservator­e medio e cauto di vita politica, che al tempo di Obama, primo presidente nero della Storia, ha spento i riflettori, non ha notato i grandi successi e ha mostrato una disinvoltu­ra insolita nel formulare critiche pesanti. L'arrivo tumultuoso in scena di Donald Trump, che ha definito subito “un pericolo mortale” per intere popolazion­i, e ha chiuso gli aeroporti mentre la gente indesidera­ta era in viaggio, non ha disturbato così tanto. Meno dell’irritazion­e diffusa che si è sentita in giro quando Obama ha ricevuto il Nobel per la Pace. Ma restiamo in America, il fastidio razzista per il governo e il successo di Obama spiega bene il fiume sommerso di consensi che Trump ha potuto usare per la sua altrimenti inspiegabi­le (e sia pure minoritari­a) vittoria.

E poi torniamo in Italia. Quando "Libero", quotidiano italiano senza pregressi episodi di interesse e di cultura sindaco Marino venisse sfiduciato davanti al notaio e non dal Consiglio, me lo chiedo ancora. L’arresto dei funzionari della Regione Lazio per corsi fantasma dimostra che la corruzione, che tanti dicono di voler combattere, è ormai in tutti i gangli della politica e solo giornalist­i che sanno fare il loro lavoro possono farcelo sapere. Continuo ad avere fiducia nella sindaca che ha mostrato coraggio e si è trovata in una situazione di più di venti anni di malgoverno della città.

Dj Fabo e Marco Cappato: racconto di un’ingiustizi­a

Sono una malata oncologica in fase terminale: durante le ultime settimane la vicenda di DJ Fabo mi ha molto coinvolta, per la mia personale situazione, ma anche perché trovo profondame­nte ingiuste americana, intitola (il 27 febbraio) “Fesso e comunista: ecco il ritratto di chi attacca Trump”, non si sta occupando del prima, si sta occupando di adesso. Tenete conto che quei “fessi e comunisti” obiettano alla chiusura di frontiere di un Paese desiderato e desiderabi­le, e hanno notato che il segnale del grande caos che lascia tutti, non solo gli islamici, fuori dagli aeroporti dove stanno imbarcando­si e dove stanno arrivando, e ci vuole un giudice federale americano (e poi una Corte d'appello americana) per restituire diritti fondamenta­li ai cittadini del mondo.

Eil nuovo presidente, sgradito solo a fessi e comunisti, si è arreso ai giudici del suo Paese per non dare l'impression­e di un colpo di Stato ma non ha cambiato idea: intende chiudere. E chiudere anche alle aziende che credono di poter importare in America i prodotti dalle loro fabbriche non americane. Nossignore. O producete in America, liquidando i vostri operai nel vostro Paese, o non vi sognate di importare i vostri prodotti non americani ai vostri prezzi non americani.

A qualcuno è rimasta impressa, con ammirazion­e, l'idea di Trump di deportare tutti gli stranieri. Illegali. Ma questo presidente, che solo i fessi e i comunisti attaccano, vuole dichiarare illegali anche tutti i prodotti non americani. Oppure tassarli, in modo da escluderli dal mercato. E vuole, per esempio, che ciascuno si dia da fare ad avere e comprare molte più armi. E pazienza se invece servono case, scuole e ospedali. Tutta roba che, tipicament­e, interessa solo i fessi e i comunisti.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it alcune dichiarazi­oni di politici, religiosi e gente comune, per cui Fabiano è stato un “vigliacco, incapace di affrontare le avversità”. È morto in una clinica svizzera, lontano dalla sua Milano e dalla sua casa, dove immagino avrebbe preferito abbandonar­e questa vita. Secondo la Costituzio­ne, il nostro è uno Stato laico ma poi di fatto non è così: ho vissuto all’estero ed ho così appreso la sostanzial­e differenza di approccio a determinat­i temi con l’Italia, paese in cui si permette a troppi esponenti religiosi di influenzar­e ancora molto una mentalità già bloccata e tradiziona­lista come la nostra.

Lo Stato deve assumersi la responsabi­lità di fare un salto nel mondo contempora­neo e non di tenere in piedi l’accusa, per cui rischiereb­be fino a 12 anni di carcere, di aiuto al suicido nei confronti di Marco Cappato, al quale invio un pensie- ro di solidariet­à e di ringraziam­ento, rivolto anche all’associazio­ne Luca Coscioni.

Non farei e non farò questa scelta, ma ogni persona deve poter decidere come morire, dal momento che la sofferenza, fisica ed emotiva, non deve essere un dazio da pagare a tutti i costi. “Se tutti i malati in condizioni di sofferenza estrema e ridotta mobilità avessero l’opportunit­à di manifestar­e lo farebbero, anzi lo avrebbero già fatto”, questa l’affermazio­ne di Cappato che io sottoscriv­o in pieno. Scrivo anche per inviare un messaggio alla nostra classe politica tutta, ora troppo impegnata in una campagna elettorale che non ha mai fine.

Ci si sente abbandonat­i, non compresi e calpestati in una fase della vita problemati­ca. Ritengo indegno che la classe politica non riesca a fare delle scelte comples- In un ex istituto religioso irlandese sono state rinvenute le ossa di bambini ospitati tra il 1925 e il 1961.

La notizia, riportata in maniera errata, ha lasciato immaginare orrori e crimini: in realtà di questo periodo, di gravissima carestia, esistono certificat­i di morte, compilati dalle suore stesse a dimostrazi­one che non si parla di una “fossa comune”. Alcuni media hanno parlato di malnutrizi­one come causa della morte, incolpando di questo le Religiose: la maggioranz­a dei bambini sono periti per malattie presenti fin dalla nascita.

Un dirigente sanitario irlandese ha dichiarato che alti tassi di mortalità erano normali fino al 1970 a causa della povertà dell’epoca negli orfanotrof­i sottofinan­ziati e sovraffoll­ati.

Non si vogliono negare deficienze nelle istituzion­i ma ribadire l’obiettivit­à con cui andrebbero raccontati i fatti.

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