Dalla scorta di B. a vice-Pecoraro: il poliziotto imbarazza i procuratori
Il capo dell’Ufficio indagini Figc interrogato in Antimafia sul suo aggiunto, indagato
Quando
lo scorso novembre i carabinieri di Latina arrestano l’ex sindaco Giovanni Di Giorgi, poi scarcerato dal Riesame, a Roma qualcuno si preoccupa. Quell’inchiesta, chiamata Olimpia in onore del luogo simbolo dello sport, colpisce il cuore della città pontina, la squadra di calcio e il suo presidente d el l ’ epoca Pasquale Maietta, deputato e tesoriere di Fratelli d’Italia. Ma c’è un nome, legato anch’esso al calcio, che fa scattare campanelli d’allarme, Gianfranco Melaragni. Vice procuratore federale della Figc, già caposcorta di Silvio Berlusconi, ex funzionario di polizia con un passato anche alla Mobile romana, è tra gli indagati dalla Procura di Latina. Per circa un anno è stato capo di gabinetto del sindaco Di Giorgi, guada- gnandosi in città il nomignolo di “Sceriffo”. Protagonista, infine, di un episodio ricostruito dagli investigatori che lo lega strettamente a Maietta: fu Melaragni a suggerire e preparare una interrogazione parlamentare contro il questore Giuseppe De Matteis, dopo una sua intervista a un giornale locale, dove individuava nello stadio e nell’urbanistica i punti critici della città.
Il nome di Melaragni fa correre a Latina, poco dopo gli arresti di Olimpia, Giuseppe Pecoraro, l’ex prefetto di Roma diventato procuratore capo della Figc, preoccupato dall’indagine sul suo vice: “Un uomo che ho scelto io personalmente – ha spiegato martedì davanti alla commissione antimafia –, una persona straordinaria, oltre che funzionario impeccabile”. Una fiducia, quindi, sconfinata. Chi era venuto ad incontrare a Latina l’ex prefetto di Roma? “Proprio perché c’erano articoli di giornale che parlavano di Melaragni, di una sua incompatibilità e dei suoi trascorsi – ha ricostruito davanti a Rosy Bindi – io mi sono recato dal procuratore di Latina De Gasperis: ‘È una persona che merita rispetto’, mi ha detto su Melaragni”. Una sorta di placet, un visto che porta Pecoraro ancora oggi a confermare l’assoluta fiducia nel suo vice: se a garantire è chi dirige l’ufficio che indaga, la posizione dell’ex capo scorta di Berlusconi diventa blindata.
ANDREA DE GASPERIS, interpellato dal Fatto Quotidiano, tentenna: “Non è una frase che io posso aver detto – assicura – e al massimo posso aver spiegato che Melaragni me lo ricordavo dall’epoca della Squadra mobile romana, parliamo di trent’anni fa...”. Nei corridoi della Procura di Latina il nervosismo ieri era più che palpabile, anche in considerazione dei delicati dossier che si incrociano in questi mesi. Un groviglio di inchieste che, in molti casi, puntano sul Latina cal- cio. Un simbolo, ma anche la principale macchina di consenso della città.
Mentre nelle aule dell’antimafia Giuseppe Pecoraro difendeva il suo vice, spiegando, nel contempo, che la squadra di calcio del sud pontino era troppo vicina all’es ponente dei Sinti “Cha cha” Di Silvio, per la società del Latina calcio si stava preparando la via del fallimento. Ad accendere i fari sulla squadra storica della città era stata un’inchiesta della Questura di Latina, “Don’t touch”, che un anno e mezzo fa ha colpito il gruppo dei Di Silvio, famiglia Sinti strettamente imparentata con i Casamonica romani. La coda di quell’indagine della Squadra mobile è arrivata la settimana scorsa, con il sequestro – tra i tanti beni del marchio storico del Latina calcio. E oggi il Tribunale di Latina dovrà decidere sul futuro della squadra, colpita da una richiesta di fallimento partita dalla Procura della città pontina. Un eventuale stop alla squadra potrebbe avere conseguenze sull’intero campionato della Serie B.
L’audizione L’ex prefetto:
“Il capo dei pm mi assicura che merita rispetto” Ma l’altro replica: “Non dissi così” La scheda
IL CLUB
Il Latina calcio, ora in Serie B, era guidato da Pasquale Maietta, deputato di Fratelli d’Italia
IL CLAN
Il procuratore Figc Pecoraro ha messo in luce la vicinanza con i Di Silvio, parenti dei Casamonica
IL RISCHIO Chiesto il fallimento, rischia anche il ritiro dal campionato