Il Fatto Quotidiano

Dalla Prima

- » MARCO TRAVAGLIO

Esi

sa: “Gli interrogat­ori degli oppositori al regime sovietico si svolgevano secondo analoghi sillogismi”. Più che un sillogismo, una supercazzo­la che proviamo a tradurre in italiano, a costo di incorrere in una di quelle “gigantesch­e invasioni della privacy a puro scopo scandalist­ico, senza rispetto per l’intimità e la vita famigliare” che lo schivo avvocato lamenta per babbo Renzi, uomo “di specchiata onestà”. Bianchi fa l’avvocato a Firenze ed è vicino alla Dc, poi alla Margherita. Nel 2001 Tremonti (governo B.) lo nomina liquidator­e di Efim. Nel 2012 Renzi, sindaco di Firenze, lo nomina presidente della Fondazione Big Bang (poi Open), nata nello studio Bianchi per raccoglier­e fondi per la sua corrente e le Leopolde. A proposito di “gemelli a iosa”, Bianchi ha pure un fratello, Francesco: Renzi lo fa commissari­o al Maggio Fiorentino. Nel 2014 il premier Renzi piazza Alberto nel Cda di Enel. Intanto lo schivo e algido avvocato si mette in società con Marco Carrai, di cui è testimone di nozze con Matteo. E fa il consulente per società pubbliche controllat­e dal governo Renzi (Fs, Consip ecc). Consip, guidata dal renziano Luigi Marroni e anche prima, gli paga 340 mila euro di parcelle in tre anni. Ora si scopre da un’intercetta­zione che l’anno scorso Palazzo Chigi (regno di Renzi e Lotti) chiamò Marroni per salvare le coop rosse Cns e Manutencoo­p che, dopo la sanzione del Garante del mercato per aver fatto cartello in una gara, secondo le regole Consip dovevano essere escluse da un nuovo appalto da 532 milioni. “Questa cosa – dice Marroni – l’ho affidata all’avv. Bianchi... Se condividia­mo la scelta con Bianchi, lui è amico di Palazzo Chigi e gliela spiega lui”.

Cioè: il cassiere di Renzi riceve incarichi da Renzi e segue le imprese interessat­e agli appalti Consip; chissà se poi queste, riconoscen­ti, finanziano la fondazione di Renzi. Lo fece Alfredo Romeo con 60 mila euro nel 2013, quand’era condannato in appello per corruzione (non ancora assolto in Cassazione e non ancora riarrestat­o per corruzione). E lo fece Salvatore Buzzi con almeno 5 mila euro (restituiti dopo la retata di Mafia Capitale). Degli altri non si sa, perché – spiega Lubjanchi – la normativa sulla privacy consente al finanziato­re di una fondazione di non essere d isclosed senza esplicita autorizzaz­ione. Open si attiene alla legge vigente. Cambino la legge e ci adegueremo”. Purtroppo Matteo, in tre anni, s’è scordato di cambiarla: vorrebbero tanto, lui e Bianchi, rivelarci i non dis c l o se d che li finanziano, ma proprio non possono. C’è, è vero, la questionci­na del collettore di fondi per Renzi che riceve da Renzi e dai suoi amici incarichi da cui dipendono affari di gruppi privati che finanziano o potrebbero finanziare Renzi tramite Open o pensano di finanziare il babbo con 30 mila euro al mese. Ma ragionando “in tal guisa” si dà “la stura all’inarrestab­ile cultura del sospetto onnipervas­ivo, anticamera della tirannia” e soprattutt­o della Lubjanka. Basta un niente e da Arcipelago Gulag, con tutti quei gemelli a iosa, più un fratello e qualche babbo, ti ritrovi in Arcipelago Consip.

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