Crolla il cavalcavia, 2 morti: “Andava chiusa l’autostrada”
Spiace deluderlo, ma il 16 marzo non si terrà alcuna udienza che riguardi noi e lui, né a Firenze né altrove. Lo diciamo per risparmiargli un viaggio inutile. La prima udienza della causa civile intentata da babbo Renzi al Fatto sarà l’11 aprile; non c’entra nulla con la vicenda Consip (si riferisce ad articoli sui suoi affari nel ramo outlet e al fallimento di una sua società, definito “bancarotta” perché all’epoca Tiziano era indagato per bancarotta e nessuno ha mai dubitato che sia fallita); e soprattutto non sarà un’udienza pubblica e nessuno parlerà, perché nel processo civile gli avvocati si limitano a depositare carte e controcarte, poi il giudice decide. La causa T. contro T. sarà però interessante: oltreché su alcuni articoli del nostro giornale e del nostro sito, verterà sui “messaggi subliminali” e le “f ot o maliziose” contestati dall’“attore” (che poi è sempre T. nel senso di Tiziano). Messaggi subliminali volti a far credere che il nostro eroe, “agente di commercio”, non faccia affari anche grazie al cognome che porta, ma solo perché è sempre stato un genio del business, una versione vernacola di The Wolf of Wall Street, dotato – lo dice lui – di “una straordinaria capacità professionale ed una vulcanica energia intellettiva”.