L’agenda del cactus
ALICINE. Sostiene Italo Bocchino, l’ex finiano indi factotum per Alfredo Romeo: “Temo che ancora una volta poi Gianni prende la seggiata... de Magistris sta facendo operazioni clientelari a tutto spiano... eh!”. I suoi interlocutori sono due. Lo stesso Romeo e Stefano Caldoro, socialista berlusconiano, già governatore campano. La seggiata, in dialetto napoletano, è la sediata. Bocchino si dilunga sul presunto clientelismo di Luigi de Magistris, rieletto sindaco di Napoli nel giugno 2016, sconfiggendo Gianni Lettieri del centrodestra. Ma Romeo lo interrompe: “Assa ggiate queste alicine... sono deliziose”.
ALFREDO VITO. Il Sistema Romeo, come lo chiamano imagistrati, è una sorta di circo laborioso sempre in cerca di buone notizie per appalti e gare varie. L’inchiesta Consip nasce a Napoli per i sospetti sui servizi di pulizia dell’ospedale Cardarelli. Negli atti rispunta persino Alfredo Vito, l’ex dc soprannominato “Mister centomila preferenze”, contattato da Guido Esposito, avversario di Romeo nella gara per il Cardarelli. Vito parla anche di Lotti: “In proposito l’Esposito, con specifico riferimento al giudizio pendente innanzi al Consiglio di Stato, in un primo tempo mi ha manifestato il suo ottimismo in ordine al buon esito di tale giudizio di secondo grado (peral- tro il Tar aveva accolto il ricorso presentato da Esposito), successivamente, invece, avendogli il suddetto Consiglio di Stato dato torto, mi ha più volte rappresentato che tale decisione del Consiglio di Stato sarebbe stata condizionata da un intervento politico fatto nell’interesse della Romeo in particolare dal sottosegretario Lotti… Mi chiedete di precisare se e in che termini l’Esposito Guido mi riferì di tale intervento e se ebbe a riferirmi da chi ovvero in che modo avrebbe appreso tale notizia; a tale domanda rispondo che l’Esposito non mi ha mai detto da chi ha appreso quanto vi ho riferito a proposito dell’intervento del sottosegretario Lotti sulla menzionata controversia pendente innanzi al Consiglio di Stato, dicendomi, ancora, che un suo amico, di cui non mi ha fatto il nome, aveva visto pranzare in un ristorante romano (forse dalle parti di via Boncompagni, ma non ne sono certo) insieme allo stesso tavolo il Romeo, l’on. Bocchino e il sottosegretario Lotti”.
CIRINO POMICINO. Un altro ex democristiano è l’ex ministro Paolo Cirino Pomicino. Gli investigatori riassumono così un incontro tra lui e Romeo: “Subito dopo entrerà Paolo Cirino Pomicino che consiglia a Romeo - dopo tutti questi attacchi giudiziari che sta subendo da svariati anni dalla Procura di Napoli e che puntualmente non portano a niente se non favorire, a suo dire, la carriera di certi pm - di abbandonare le attività che ha su Na- poli, di trasferire anche la sede legale su Roma e di fare una conferenza stampa coinvolgendo anche una grande testata giornalistica (indica il Corriere delle Sera) e dichiarare che non è possibile portare avanti un attività produttiva sulla città di Napoli e che di conseguenza dovrà licenziare i lavoratori, con la speranza che gli organi di Vigilanza possano comprendere quello che sta succedendo”.
IL CACTUS. Simbolo dell’impero Romeo a Napoli è l’albergo costruito nel palazzone dell’ex flotta di Achille Lauro buonanima. Il solerte imprenditore vuole a tutti i costi le fatidiche “Ci n qu e stelle L” rilasciate da un apposito ufficio pubblico. Alla fine arrivano (in modo irregolare sostengono i pm) e la “dazione” decisiva è una pianta ricercata che arriva dal Marocco: “La successiva dazione, ancor prima del controllo, effettuato materialmente il 16 dicembre 2015 presso il predetto Hotel, di una pianta grassa denominata ‘Myrtillocactus Geometrizian Crestata’ (dell’altezza di circa novanta centimetri, che si ha contezza essere giunta a Napoli il 30 novembre 2015), che successivamente (ma prima del sopralluogo) era consegnata alla predetta Stefania De Angelis - la quale precedentemente ne aveva visto e foto-