La fabbrica dei diritti negati: operai licenziati perchè colpiti da gravi malattie
Sciopero alla Oerlikon Graziano, poi l’azienda ritira il provvedimento
dell’indotto dell’auto. “Questo gesto è il frutto di politiche del lavoro che tolgono tutele ai lavoratori”, dichiara Gianni Mannori, funzionario locale della Fiom-Cgil.
Vicenda dolorosa quella di Forchione: “Ad aprile mi è stato diagnosticato un epatocarcinoma. I medici mi avevano dato sei mesi di vita”, racconta lui, da ben 27 anni dipendente della Graziano, acquistata poi da- gli svizzeri della Oerlikon. “Per mia fortuna a luglio hanno trovato un organo e ho subìto il trapianto”. Passa sei mesi lontano dal lavoro per recuperare.
A dicembre annuncia il rientro: “A m avo molto il mio lavoro in officina, ma i medici del centro trapianti mi hanno detto che non avrei potuto rimanere in mezzo a fumi e polvere, avrei dovuto occu- parmi di altro”. Così il 9 gennaio torna in fabbrica: “Mi fanno una visita medica in azienda, mi dicono che avevo molti problemi e un’invalidità al 100 per cento, ma promettono che troveranno un incarico”.
GLI DICONO ANCHE di mettersi in ferie per un mese, ma a febbraio il responsabile delle risorse umane comunica di non aver trovato una postazione per lui: “Ripassi a marzo”. Lunedì scorso la sorpresa: “Mi presento al lavoro e mi dice: ‘Lei cosa ci fa qua?’. Mi dice che non c’era posto per me, mi mostra la lettera e mi chiede di firmarla. Mi sono rifiutato e così me l’hanno inviata via raccomandata”.
Ricorda che “fino a 15 anni fa non era così. Prima ti aggiustavano”. La situazione ora sembra cambiata. Quella della Oerlikon Graziano, che in Italia conta quasi 1.500 dipendenti e quattro stabilimenti, pare una strategia. Stando all’ultimo bilancio, nel 2015 il costo del personale - 87,4 milioni di euro circa sui 300 milioni totali - è sceso del 6,67 per cento rispetto al 2014 e nei quattro stabilimenti italiani si è fatto ricorso alla cassintegrazione. L’ultimo piano industriale prevedeva ta-
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