Grossi difende la Consulta: “Noi uniti” Zero domande
Collegialità. È questa la parola chiave della relazione annuale del presidente della Corte costituzionale Paolo Grossi. Alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella e del ministro della Giustizia Andrea Orlando, Grossi ha parlato dell’attività della Corte nel 2016, a partire, appunto, dalle decisioni prese dopo discussioni corali tra i giudici: “Il dato della collegialità è non solo l’espressione di un lavoro, per tanta parte, collettivo ma il timbro del suo carattere e della sua stessa identità”. E ha citato Piero Calamandrei: “La Costituzione non è una macchina che va avanti da sé, bisogna metterci dentro l’impegno”.
L’obiettivo della Corte, ha proseguito Grossi, è la “ricerca del miglior diritto possibile” e ha evocato il “permanente dialogo” con i “giudici comuni”. Ha anche parlato del governo, in riferimento alla costituzione in giudizio: “Il presidente del Consiglio ha continuato ad avere, attraverso l’Avvocatura generale dello Stato, una significativa presenza, confermando, nei giudizi incidentali (proposti dai giudici ordinari, ndr) la propensione alla difesa delle leggi statali denunciate”. Quanto ai numeri sulle decisioni, interessante la spiegazione sui motivi per cui “il numero complessivo delle pronunce nel 2016 risulti appena più elevato rispetto a quello dei due anni precedenti, restando, tuttavia, nettamente inferiore rispetto” ai primi 10 anni del 2000: “Da un lato la prassi dell’interpretazione conforme presso i giudici comuni e dall’al t r o l'esiguo numero di riforme legislative di sistema”. Alla fine della relazione non c’è stato il tradizionale incontro con i giornalisti. La Corte ha deciso di “adeguarsi” alle altre cerimonie istituzionali che non prevedono conferenza stampa. Risultato: impossibili domande sull’Italicum, assente anche nella relazione perché la sentenza che ha bocciato la legge elettorale è di gennaio 2017.