Il Fatto Quotidiano

Dalla Prima

- » MARCO TRAVAGLIO

Enon

da oggi, ma da quando “l’attuale premier non era neppure nato”. Ergova risarcito per i “danni patrimonia­li e non” subiti per le cose (vere) scritte dal Fatto, con una somma “non inferiore a 250 mila euro” (non si sa se al mese o all’anno o una tantum), consideran­do anche “il patema d’animo sofferto in relazione al contesto sociale” eccetera. In fondo è un peccato che abbia scelto il processo civile: nel penale, avrebbe potuto spiegarci come mai la sua straordina­ria capacità profession­ale e la sua vulcanica energia intelletti­va abbiano dato l’impression­e all’ad di Consip Luigi Marroni di un “ricatto” suo e del suo Sancho Panza, Carlo Russo, per truccare l’appalto più grande d’Europa a favore degli amici Romeo e Verdini. E perché quella straordina­ria capacità profession­ale e quella vulcanica energia intelletti­va fossero così neglette anche in Puglia, al punto da costringer­e lui e Russo a chiedere un incontro al governator­e Emiliano per spingere un altro affare che la loro straordina­ria capacità profession­ale e la loro vulcanica energia intelletti­va non riuscivano a concludere senza l’aiutino del presidente della Regione (che purtroppo, malgrado l’intervento di Luca Lotti, non arrivò).

Ma, visto che parliamo di denunce e tribunali, attendiamo a pie’ fermo che babbo Tiziano intenti una bella causa a Russo per aver abusato del suo cognome con Romeo e Marroni a sua insaputa, mentre lui Romeo non lo conosceva e Marroni lo incontrava solo per piazzare una statua della Madonna di Medjugorje all’ospedale pediatrico di Firenze (con gran risparmio per lo scultore, visto che secondo la Santa Sede a Medjugorje non è mai apparsa alcuna Madonna: praticamen­te una statua invisibile). Dopodiché, se mai Romeo confermass­e che il “T.” dei 30 mila euro al mese era proprio lui, denuncerà pure lui. E intanto querelerà Marroni per aver detto che lo ricattava. Poi querelerà Daniele Lorenzini, sindaco Pd di Rignano e suo medico curante, che ha raccontato ai pm come babbo Renzi a ottobre fosse terrorizza­to da un’inchiesta a Napoli “su una persona che avrò visto una volta” (Romeo, quello che non ha mai visto); gli confidasse di essere “controllat­o”; e avesse saputo tutto dall’amico comandante dei carabinier­i toscani, generale Saltalamac­chia, durante una grigliata o “bisteccata” a casa sua (Lorenzini sentì l’ufficiale dire a Tiziano: “Stai lontano da quella persona di Napoli”, cioè Romeo, quello che babbo Renzi non ha mai visto). Poi, volendo, spiegherà perché mai Saltalamac­chia dovrebbe avvertire proprio lui dell’indagine su Romeo se lui non sapeva chi fosse; perché si allarmò al punto da parlare con gli amici solo nel bosco e senza cellulare; e perché, quando Lorenzini andò a trovarlo in ufficio, gli fece lasciare l’iPhone sulla scrivania e gli parlò solo nel piazzale; e perché fece dire a Carlo Russo da Billy Bargilli, ex autista del camper di Matteo, di non chiamarlo e non inviargli più sms. Altrimenti – Medjugorje non voglia – dovremmo concludere che, nella riedizione 2.0 della fiaba di Collodi, babbo Geppetto porta il pizzetto alla J-Ax. E mente più di Pinocchio.

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