Nota per Matteo: il suicidio dell’assessore non c’entra nulla con l’indagine su Romeo
Nugnes fu arrestato per gli scontri di Pianura contro la discarica
Titola
Il Giornale: “Matteo Renzi sfida la Procura di Napoli”, autrice delle indagini su Alfredo Romeo e Consip, ospitando al Lingotto Tommaso Nugnes, il figlio di Giorgio Nugnes, l’assessore Pd morto suicida il 27 novembre 2008. Si collega quel suicidio con la prima inchiesta su Romeo, “Global Service”, la mai approvata delibera della Giunta Iervolino che avrebbe dovuto consegnare all’imprenditore l’appalto da 400 milioni per la manutenzione della rete viaria.
SI INSISTE pure sul flop di quelle indagini concluse con l’assoluzione di tutti gli imputati. “L’inchiesta, come è no- to, finì nel nulla, ma nel frattempo l’assessore sbattuto come un mostro in prima pagina si era tolto la vita. Non una parola di scuse arrivò da chi lo aveva perseguito”, scrive il quotidiano di Sallusti. Ampliando al l’estremo un concetto di Renzi a Porta a Porta: “Romeo dieci anni fa si è fatto due mesi di carcere (furono 79 giorni, ndr) e poi gli hanno detto che era innocente. Ma l’assessore Nu- gnes si è suicidato”. “Suicidato per la nostra inchiesta? Non è vero, mai provato – replica l’allora procuratore capo di Napoli Giandomenico Lepore –. Nugnes non era ancora stato toccato da Global Service. Aprimmo un’inchiesta per istigazione al suicidio sul sospetto che fosse stato avvertito da una fuga di notizie, ma non trovammo niente e fu archiviata”. Col rispetto e il dolore che si deve alla tragica scelta di Nugnes, è necessario fare un’operazione verità rispetto alle circostanze in cui quel suicidio maturò. E smontare alcune profonde inesattezze.
QUANDO NUGNES si toglie la vita sa di essere sotto indagine, vero. Ma non per Global Service (covava una richiesta di arresto, eseguita circa 20 giorni dopo, ovviamente ignota agli indagati). Bensì per gli scontri anti-discarica di Pianura di dieci mesi prima, per i quali era stato appena arrestato ed ecco perché “viene sbattuto in prima pagina”. Nugnes risiede e ha bacino elettorale in quel quartiere, è accusato insieme al consigliere comunale di An Marco Nonno di un “patto trasversale” per impedire la riapertura dello sversatoio durante l’emergenza rifiuti, fomentando scontri con le forze dell’ordine e la devastazione dei luoghi circostanti, fornendo dritte ai facinorosi su dove e quando sarebbero passati i mezzi per fermarli con le cattive. A ottobre Nugnes finisce ai domiciliari. La misura viene poi ammorbidita con il divieto di dimora a Pianura. Global Service non è ancora all’orizzonte, solo qualche
Mistificazioni
I suoi coimputati, tra cui quello definito “il suo colonnello”, sono stati condannati a pene pesanti
accenno in cronaca giudiziaria su indagini in corso, e le clamorose dimissioni dell’assessore al Bilancio Enrico Cardillo, il giorno prima del suicidio di Nugnes.
In molti motiveranno a posteriori quelle dimissioni con la consapevolezza della bufera Global Service in arrivo. Cardillo, dopo l’assoluzione, smentirà: “Avevo già deciso di andarmene da tempo”. Il processo si conclude con una sentenza severissima per la Procura. La Cassazione motiva in 43 pagine con il “vuoto probatorio”. C’è un passaggio su Nugnes, descritto come uno di quelli che fornisce a Romeo notizie riservate sulle delibere in preparazio- ne: “È una condotta sicuramente non corretta sul piano istituzionale, ma è impropria l’equiparazione tra violazione dell’obbligo di imparzialità e condotta criminosa contestata”.
MOLTO DIVERSA la sorte del processo su Pianura. Diviso in due tronconi, è approdato per tutti i personaggi principali a pene severissime, chieste e ottenute dal pm Antonello Ardituro, oggi al Csm: 8 anni in primo grado a Nonno (tempi lumaca per l’appello non fissato), condanne definitive per chi ha scelto l’abbreviato. Tra i quali Ciro Sanges, che il pm ha definito “il colonnello del generale Nugnes”. Sanges condivideva alcuni capi di imputazione con l’ex assessore, ed è stato condannato a cinque anni e sei mesi.