Autostrade blocca ancora la legge sulle ispezioni
Nel 2011 il governo Berlusconi IV approva una norma, ma la lobby ferma tutto
Ma chi controlla i signori delle autostrade? Chi verifica se la manutenzione e gli investimenti che sarebbero obbligati a fare in base al contratto di concessione con lo Stato, sono eseguiti davvero nei tempi prestabiliti e a regola d’arte? Risposta: nessuno e nessuno obietta mai qualcosa dal ministero dei Trasporti di Graziano Delrio. Dove pure sulla carta ci sarebbero due strutture deputate a fare le pulci alle concessionarie: la Direzione per la vigilanza e la sicurezza delle autostrade diretta da Ornella Segnalini e la Struttura di vigilanza dei concessionari autostradali (Svca) di Mauro Coletta.
LA LOBBY delle autostrade è così forte e convincente e gli uffici ministeriali così arrendevoli che da sei anni resta al palo perfino il monitoraggio sulle condizioni delle autostrade italiane che ci era stato sollecitato dall’Europa. E ora la lobby del casello sta portando a casa un altro bel trofeo: lo snaturamento della riforma degli appalti con l’intento di cancellare gli effetti meno graditi. A cominciare dalla materia sensibilissima dei lavori in house, cioè gli investimenti e la manutenzione che le concessionarie vorrebbero fare tutta “in casa”, con le ditte del gruppo. Tipo la Pavimental, per esempio, di proprietà delle Autostrade per l’Italia dei Benetton.
Proprio la Pavimental stava effettuando i lavori sul cavalcavia della A14 tra Ancona e Loreto crollato il primo pomeriggio di giovedì. La Pavimental aveva a sua volta subappaltato gli interventi veri e propri a un’altra azienda più piccola, la Delabech. Ed è questo sistema usato sulla A14 con risultati purtroppo pessimi e tragici, che i signori delle autostrade vorrebbero estendere e rendere prassi normale allargando le maglie dei lavori in house. Dopo dieci mesi di dibattiti tra le categorie interessate, è arrivata in Parlamento la riforma del codice degli appalti e quella a cui la lobby autostradale sta lavorando è una specie di controriforma. Con i lavori fatti in casa i vantaggi dal loro punto di vista sono notevoli: si evitano la noia delle gare, fanno effettuare i lavori a una società del gruppo, risparmiano e si garantiscono il controllo totale su tutto, e alla fine subappaltano.
LA LOBBY autostradale aveva già sfoggiato un’altra brillan- te performance bloccando il monitoraggio delle strade italiane. La storia comincia nel 2011 quando il quarto governo Berlusconi, pressato dall’Europa, approvò un decreto, il numero 35, che recepiva la richiesta dell’Unione europea per una mappatura delle maggiori strade italiane, quelle definite Ten, di interesse europeo. L’intenzione era quella di inviare un certo numero di ispettori in modo da verificare sul posto e non sulla carta in che stato si trovavano le maggiori vie e di quali eventuali interventi ci sarebbe stata necessità. Gli ispettori avrebbero dovuto valutare le condizioni della pavimentazione, la segnaletica, la barriere laterali, i mo- tivi per cui in certi punti (i black point) si verifica una incidentalità maggiore e così via. Detta così sembra una faccenda innocua, ma ai signori del casello è apparsa invece dannosa. I concessionari non volevano tra i piedi soggetti terzi con un mandato autorevole e la licenza di mettere il naso nei loro affari. Pensavano che una volta individuati i problemi e i difetti delle autostrade e messi in ordine su una lista con le relative priorità, questa scelta potesse interferire non solo con i loro programmi di manutenzione calibrati in base ai loro interessi, ma cosa assai peggiore, potesse mettere in luce le eventuali manchevolezze, cioè gli interventi e gli investimenti previsti dai piani finanziari e mai effettuati.
AL MOMENTO nessuno ha intenzione di riprendere dal cassetto il decreto 35 approvato nel 2011. Per toglierlo dal limbo dove è stato infilato sarebbe necessario che venissero preparati i decreti attuativi dagli uffici ministeriali della Segnalini e di Coletta. Che però non muovono paglia. La scusa è che sarebbe inutile preparare quelle carte dal momento che poi non ci sarebbero i soldi per inviare gli ispettori. E forse anche questo è vero. Ma è molto più vero che quei decreti non vengono scritti soprattutto perché i signori delle autostrade hanno detto no.