Amianto e ratti: Westminster da rifare
La sede del Parlamento è fatiscente: serve un trasloco, anni e miliardi per bonificarla
Westminster
con le sue mille stanze non si definirebbe proprio una topaia, eppure nei vecchi uffici del Parlamento più antico del mondo scorrazzano anche i ratti. Visto da fuori, il palazzo di Westminster sembra solido come la democrazia rappresentativa che simboleggia nel mondo.
UNA STRUTTURA granitica, dalle guglie maestose sormontate dall’iconico Big Ben. Infatti è patrimonio dell’umanità protetto dall’Unesco e meta di oltre mille visitatori al giorno. Ma come si varcano gli antichi portoni, la realtà è tutta un’altra. Westminster cade a pezzi e ha bisogno urgente di lavori di restauro. Lo conferma il rapporto della commissione della Camera dei Comuni incaricata di dare un parere sulla necessità di lavori, che sono stati deliberati l’a nno scorso e che dovrebbero partire nel 2019, anche se la Bbc riferisce che pare improbabile una evacuazione completa prima del 2023. Si dice dovrebbero, perché ci sono molte incognite sulla strada della ristrutturazione del maestoso palazzo. Prima tra tutte la resistenza dei deputati e dei Lords che non vedono di buon occhio il trasferimento necessario per il periodo dei lavori. Poi i costi.
I lavori dovrebbero durare sei anni, per un totale di circa 4 miliardi di sterline (il prezzo stimato del restauro va da 3,5 a 3,9 miliardi). Il tutto sulla carta, perché si sa come vanno le cose: tempi e preventivi si allungano anche a queste latitudini. A Westminster tra depu- tati, Lords e personale lavorano più di 3000 persone. E quindi il trasloco non sarà una cosa banale.
I DEPUTATI della Camera dei Comuni andranno nel vicino ministero della Sanità. Mentre i Lords dovrebbero sistemarsi al Queen Elizabeth Center, un centro Congressi a due passi dall’attuale palazzo, che durante le Olimpiadi del 2012 fu affittato dal Coni come sede di Casa Italia. Era stata fatta anche l’ipotesi di non sgom- berare completamente il palazzo e di eseguire gli interventi di ristrutturazione un po’per volta. Ma l’ipotesi è stata scartata perché ci vorrebbero 32 anni e lieviterebbero enormemente anche i costi, dai 4 ai 7 miliardi di sterline. Sembra quindi che i lavori non siano più rimandabili. “Deterioramento catastrofico” dicono gli esperti, che vogliono accelerare i tempi, per l’i nco lumità del palazzo ma anche delle persone. Westminster cade a pezzi. Non si tratta solo di ratti e di umidità, inconvenienti comuni a tutti gli edifici che si affacciano sul Tamigi. Secondo i tecnici della commissione il palazzo è pieno di amianto e gli impianti elettrici sono talmente vecchi che c’è un reale rischio di incendio.
Non sarebbe la prima volta: già nel 1834 un gigantesco falò distrusse il palazzo di origine medievale e che fu ricostruito nel 1840. Da allora è stato chiuso ed evacuato solo una volta, sotto i bombardamenti tedeschi durante la battaglia d’Inghilterra. Allora il governo si trasferì sottoterra, nella cosiddetta Churchill’s Room. Questa volta il pericolo è meno grave, ma non meno imminente.
Deterioramento Gli esperti giudicano la situazione del palazzo sulla riva del Tamigi “catastrofica”