ALMENO CONTRO LA POVERTÀ, I DEM E I 5STELLE TROVINO L’INTESA
OK ALLA LEGGE contro la povertà, parte il reddito d’inclusione. Ne beneficeranno 400 mila famiglie cui andranno 480 euro al mese. LA STAMPA IDEA PAZZESCA. È possibile che l’opposizione apprezzi una legge del governo? (o che il governo apprezzi una proposta dell’opposizione?).
Per un attimo interroghiamoci su quelle 400mila famiglie che vivono nell’indigenza (due milioni di persone circa) che, giovedì scorso, dopo l’approvazione definitiva al Senato della legge delega del governo Gentiloni (che sostituisce e amplia il Sostegno per l’inclusione attiva del governo Renzi) si vedranno recapitare un assegno mensile di 480 euro. Che dite, per essi sarà una bella sorpresa inaspettata? Diranno: è assai poco ma meglio che niente? Oppure respingeranno al mittente il contributo giudicandolo “briciole” (sinistra e destra unite nella lotta) o una “misura ipocrita” (M5S, che comunque si è astenuto)?
Attenzione, qui nessuno auspica incauti connubii o inciuci che dir si voglia tra forze politicamente in conflitto. Manovre, cioè, sottobanco o che passano sulla testa dei cittadini per interessi di bottega o peggio per ragioni inconfessabili. Qui si vorrebbe parlare del bene comune. Lo sappiamo, in Italia pronunciare queste due meravigliose parole è come voler far credere che gli asini volano, tanto esse sono state svuotate di significato dalla demagogia delle promesse. Proviamo però a immaginare che in un paese di fantasia (sfrenata) maggioranza e opposizione stabiliscano una tregua su alcune misure di sostegno a popolazioni o categorie particolarmente bisognose d’aiuto. Ciò, in genere, accade nell’emergenza che segue i terremoti o altre calamità naturali quando i primi stanziamenti governativi sono rapidamente approvati in parlamento senza che nessuno frapponga ostacoli. Lo stesso potrebbe avvenire intorno a una grande riforma (questa finalmente sì) a favore delle fasce più deboli. Una legge che oltre al reddito minimo fornisse a chi è in condizioni di grave bisogno economico (anziani, disoccupati, genitori soli) la possibilità di usufruire di prestazioni e di servizi sociali o assistenziali.
Oggi sull’argomento si fronteggiano due proposte: il Reddito di cittadinanza dei 5Stelle e il Lavoro di cittadinanza lanciato da Matteo Renzi.
Se adoperate semplicemente come corpi contundenti elettorali, nel prossimo parlamento della legge proporzionale rischiano di annullarsi l’una con l’altra. Nel paese degli asini volanti si potrebbe tentare una sintesi. Magari accantonando per un momento lo scontro su babbo Renzi o sulle polizze della Raggi. Follia pura? Avete ragione, chiamate gli infermieri.
Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano
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