Il Fatto Quotidiano

Scandalo Consip, Romeo verso il giudizio immediato

Prove certe e ammissioni: la Procura potrebbe chiedere il processo per l’imprendito­re

- » VALERIA PACELLI » ANTONIO INGROIA

Potrebbe decidersi entro fino marzo il destino di una parte dell’inchiesta Consip, ossia quella che riguarda la corruzione di Alfredo Romeo. Dopo la decisione dei giudici del Riesame – che dovranno valutare se scarcerare l’imprendito­re campano in cella dal primo marzo – la Procura potrebbe chiedere il giudizio immediato: rito che consente di andare direttamen­te a processo quando ci sono prove tali da superare l’udienza preliminar­e. E qualche carta in mano la procura di Roma la ha. A partire dalle dichiarazi­oni del dirigente Consip Marco Gasparri che ha confessato ai pm di aver ricevuto denaro da Romeo: secondo l’accusa si tratta di 100 mila euro in tre anni.

AI MAGISTRATI Gasparri ha detto: “Romeo mi versava il danaro ‘una tantum’, e cioè non a cadenza fissa e predetermi­nata. (...) Nel 2013 ho ricevuto, in almeno altre tre occasioni, ulteriori tre tranches di 5 mila euro consegnate­mi in contante sempre da Romeo. Tale sistema di pagamento è continuato, senza cadenze fisse e prestabili­te, fino alla fine del 2014, e cioè fino a quando sono stato nominato Direttore; a quel punto i versamenti di somme di denaro da parte di Romeo (...) sono sensibilme­nte aumentati, non nella entità della somma che mi versava (...) ma nella cadenza dei versamenti divenuta molto più frequente”. In cambio, secondo l’accusa, Gasparri forniva “informazio­ni riservate” o anche “il contenuto delle offerte e dei successivi chiariment­i che le società riconducib­ili a Romeo avrebbero inoltrato alla Consip per l’aggiudicaz­ione degli appalti pubblici nel settore del facility management”.

La decisione dei pm sul giudizio immediato potrebbe arrivare quindi solo dopo il Riesame al quale si sono rivolti i legali di dell’imp ren dito re campano per ottenere la scarcerazi­one. Un ‘no’ lo hanno già ricevuto dal Gip Gaspare Sturzo che solo due giorni fa ha rigettato la domanda degli avvocati i quali hanno anche consegnato una memoria. Scrive il gip nell’ordinanza di rigetto dell’istanza: “Il modello costruito da Romeo oggi risulta rafforzato tramite i riscontri indiretti forniti dal Romeo mediante la memoria difensiva. Questo modello ha natura criminale ed è basato (...) sulla corruzione di pubblici ufficiali nell’a mbito Consip e sull’utilizzo di facilitato­ri politici sistematic­amente assoldati per assecondar­e le ‘Politiche di mercato di pertinenza del Romeo’”.

Romeo secondo il gip Sturzo “mostra di voler e poter utilizzare anche altre persone che avrebbero avuto il compi-

Verità, omissioni, falsità e vecchi rancori. Facciamo chiarezza. Si sono dette e scritte molte cose su di me in questi giorni, da quando si è diffusa la notizia dell’indagine della procura di Palermo a mio carico a proposito dei rimborsi spese e delle indennità ricevuti come amministra­tore unico di Sicilia e-Servizi. Per quanto riguarda i rimborsi spese, ribadisco che le cifre pubblicate da alcuni organi di informazio­ne non corrispond­ono al vero. In particolar­e, ognuna delle fatture riportate si riferisce al pagamento di soggiorni protrattis­i per più giorni, nonché di più pasti consumati durante questi soggiorni, in occasione di pranzi o cene aziendali e/o di rappresent­anza. Si tratta, dunque, sempre di spese legate esclusivam­ente ad esigenze di servizio. Aggiungo che sono stato io stesso, per ra- to di tentare di avvicinare alti vertici della maggioranz­a di governo”. Questo tentativo lo ammette lui stesso nella memoria difensiva. Il gip parla di una “spontanea ammissione” nell’aver cercato un contatto con la politica “ma senza sortire – a suo dire – alcun effetto”. Così per il gip – che parla di una “complessiv­a concreta e attuale capacità di delinquere” – l’imprendito­re per adesso resta in carcere.

Oltre Gasparri, in questa indagine c’è anche un altro su- per testimone: Luigi Marroni, amministra­tore delegato di Consip. È lui che ai magistrati mette a verbale nomi eccellenti: Tiziano Renzi, indagato per traffico di influenze illecite e il ministro dello Sport Luca Lotti, accusato invece di rivelazion­e di segreto. Sulle dichiarazi­oni di Marroni si regge quindi una parte dell’inchiesta. E il manager, che è stato chiamato dal legale di papà Renzi per le indagini difensive, sembra non avere intenzione di ritrattare le sue di chi araz ioni. Lo scrive sul Corri ere della Sera Lorenzo Salvia, senza ricevere ieri alcuna smentita.

L’Ad di Consip, stando al quotidiano, avrebbe confidato ai suoi collaborat­ori: “Solo un pazzo si sarebbe potuto inventare quelle a cc u s e”. Sul padre del premier, che avrebbe incontrato – a sua detta – a Firenze, ha detto: “Tiziano Renzi mi disse che mi aveva chiesto quell’incontro perché voleva chiedermi di ricevere un suo amico imprendito­re Carlo Russo che voleva partecipar­e a delle gare d’appalto indette da Consip; Tiziano Renzi mi chiese di fare il possibile per assecondar­e le richieste del Russo. (...) Dopo una quindicina di giorni venne Russo (...). Russo mi disse in concreto che tramite una società, di cui non ricordo il nome ma disse che era a lui riferibile, stava partecipan­do alla gara d’appalto indetta da Consip che riguardava il facility management (...) e in modo esplicito mi chiese di attivarmi sulla commission­e da me nominata al fine di aumentare il punteggio tecnico relativo all’offerta presentata dalla società da lui segnalata di modo da fav or ir l o”. Richieste che Marroni non avrebbe soddisfatt­o.

Il super testimone Marroni non vuole ritrattare: da lui dipende l’indagine su Lotti e papà Renzi La scheda

IL MINISTRO Lotti invece è stato indicato da Marroni come tra loro che gli disse di essere intercetta­to. Qualora Marroni ritrattass­e queste dichiarazi­oni passerebbe da persona informata sui fatti a indagato con l’accusa di calunnia e con il rischio di dover anche lasciare l’incarico. Da ciò che dirà all’avvocato di Tiziano Renzi dipende quindi una parte importante dell’indagine: quella che arriva fin dentro il Giglio Magico.

Twitter: PacelliVal­eria

L’ARRESTO Lo scorso 1 marzo l’imprendito­re campano Alfredo Romeo è stato arrestato con l’accusa di corruzione

INDAGATI Nell’inchiesta sono indagati anche Tiziano Renzi (per traffico di influenze illecite). Accusati di rivelazion­e di segreto Luca Lotti e i generali dei carabinier­i Tullio Del Sette ed Emanuele Saltalamac­chia

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Olycom/Ansa I protagonis­ti L’imprendito­re campano Alfredo Romeo ora in carcere; Luigi Marroni, Ad di Consip
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