Tanti “mai con Salvini”, poi i soliti black bloc
Un corteo pieno di gente. Giovani, anziani e tante donne. Tutti contro Salvini e “il suo razzismo”. Mille colori, striscioni di rabbia, ma anche tanta ironia e tantissimo sfottò. Almeno in cinquemila si erano radunati ieri alle due del pomeriggio a Mergellina. Tutto rovinato da una ottantina di professionisti della violenza, soliti black bloc ma anche fasce ultrà della tifoseria napoletana, che alla fine del corteo, a pochi passi dalla Mostra d’Oltremare, hanno attaccato di spalle la polizia. Gli altri, la maggioranza, hanno continuato a seguire il percorso concordato con la Questura, la minoranza ha trasformato le strade intorno allo stadio San Paolo e l’intero quartiere di Fuorigrotta in un campo di battaglia.
Tante voci nella “Nap oli che rifiuta la Lega antimeridi on al e” e “schifa Salvini”. Dai centri sociali (che a Napoli sono una realtà consolidata) a Rifondazione, Sinistra Unita, Verdi e le mille sigle rosse. Ci sono anche le bandiere di “Dema”, il movimento fondato dal sindaco Luigi de Magistris. In piazza c’è sua moglie, Mariateresa Dolce, tanti consiglieri comunali della sua maggioranza (in testa al corteo Pietro Rinaldi), l’assessore Alessandra Clemente e tanti militanti. “Non siamo razzisti, vogliamo aiutarti a casa tua”, si legge su uno striscione circondato dalle bandiere del Regno delle due Sicilie, anche loro in piazza. Si appellano a San Gennaro perché “squagli” l’odiato Matteo. “È inutile a mettere rum, nu strunz nun pò mai addiventà babbà”. La traduzione è inutile, l’ironia dissacrante tanta. Parla un giovane studente: “Noi non dimentichiamo gli slogan di Salvini. Prima il Nord è la causa principale della catastrofe sociale che sta distruggendo il Sud”. “E chi sa scorda mai la canzone che cantò a Pontida? Ecco, arrivano i napoletani, sono colerosi… Stu strunz”. Ricordo con chiosa finale di un anziano.
ALLA TESTA del corteo c’è una ruspa. “Quella che Salvini vuole usare contro gli immigrati”, ci dice una ragazza. La gente che viene dall’altra parte del mare che il leader putiniano-leghista vuole cacciare è qui nel corteo. E stringe la mano al cantante Tonino Carotone, nome d’arte dello spagnolo Antonio de la Cuesta. È a Napoli e ha voluto portare la sua solidarietà alla piazza. Trenta artisti della città (dai 99Posse a James Senese, Enzo Gragnaniello, Eugenio Bennato eMbarka Ben taleb) si sono riuniti nel gruppo “Terroni uniti” e hanno cantato per l’occasione Gente do sud. Unico riferimento nel testo a Salvini, ma senza mai nominarlo, “sta guerra ncapa a tieni solo tu”. Traduzione: solo tu hai questa guerra contro gli immigrati in testa. Polemiche politiche. Nei giorni precedenti l’arrivo di Salvini c’è stato un tira e molla sulla concessione della Mostra d’Oltremare al leader leghista. Prima il “no” dell’Ente che gestisce la struttura, poi l’intervento del ministro dell’Interno Marco Minniti che ha imposto la concessione dello spazio. “Napoli è stata commissariata – la reazione di De Magistris – come ai tempi dell’emergenza rifiuti”. Il sostegno dato alla manifestazio- ne dal primo cittadino gli ha procurato gli attacchi dell’intero arco costituzionale. Dalla destra al Pd. Valeria Valente, candidata a sindaco sconfitta: “Siamo alle solite, De Magistris agisce come se avesse il monopolio della piazza”. Replica degli uomini del sindaco: “La Valente si occupi del tesseramento farlocco del Pd”. Chiaro riferimento allo scandalo delle tessere che ha richiesto l’intervento del partito nazionale. E Salvini? Tanta gente anche alla sua kermesse, e anche tanti pullman parcheggiati. Il leader leghista-putinian-lepeniano, giura che “la prossima volta saremo a piazza Plebiscito”. Poi l’affondo autocritico e un’alta riflessione politica: “Credo nell’Italia unita, bella perché diversa, lo ha detto anche De Laurentis (il patron del Napoli calcio, ndr) e tenete presente che vengo da una sconfitta del Milan con la Juve al 97emo”.
“Terroni uniti” In corteo anche Tonino Carotone, i 99Posse, Bennato e James Senese Slogan e scontri Sopra le immagini del corteo pacifico e colorato e gli scontri dei soliti ultrà Ansa/lapresse