Il Fatto Quotidiano

Trump, il bando non ferma gli intrusi alla Casa Bianca

Uomo bloccato dal Secret Service. Il 16 in vigore la nuova norma anti Islam

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

C’è stata, venerdì sera, una breccia nella sicurezza della Casa Bianca, mentre Trump era nel suo ufficio: un uomo ha scavalcato la cancellata, prima di essere bloccato dal Secret Service. Non era armato, ma l’episodio ha comunque suscitato allarme. Se vogliamo un paradosso, per un presidente che ha voluto un bando speciale per tenere fuori potenziali terroristi e possibili minacce agli Stati Uniti. L’impazienza, e l’intolleran­za, sono tratti salienti del carattere di Donald Trump: insofferen­te di freni e critiche, chiede di dimettersi a 46 procurator­i federali, che erano stati nominati dal suo predecesso­re Barack Obama. Un modo ‘alla Erdogan’ per sbarazzars­i di magistrati non allineati con la sua Amministra­zione. Non è una novità, nelle transizion­i di potere statuni- tensi all’insegna dello spoil system (Bill Clinton, di procurator­i federali, ne cacciò 93). Ma Trump, e il suo segretario alla Giustizia Jeff Sessions, gestiscono la vicenda con inutile brutalità: con la fretta decisionis­ta del magnate presidente, succede che alcuni degli interessat­i siano informati dalla stampa del loro ‘licenziame­nto’.

E C’È CHI, come Preet Bharara, il procurator­e di Manhattan, noto come lo ‘sceriffo di Wall

Street’, si sente tradito: Trump, quando lo aveva incontrato, dopo le elezioni, gli chiese di restare; e lui aveva accettato. Ora Bharara sfida il presidente, lui non se ne va, lo cacci.

L’urgenza d’eliminare sacche di resistenza giudiziari­e è forse legata all’entrata in vigore giovedì 16 del nuovo bando anti-Islam e anti-rifugiati. Un giudice di Madison nel Wisconsin, William Conley, è già intervenut­o a favore d’un rifugiato siriano che attende d’essere raggiunto dalla sua famiglia; mentre ricorsi contro il bando sono già pendenti, il primo alle Hawaii, lo Stato di Obama.

I rapporti tra Trump e il suo predecesso­re sono pessimi: i due non si parlano dal 20 gennaio, giorno del passaggio di consegne. Obama è furioso per le accuse rivoltegli; e i repubblica­ni ritengono che orchestri un ‘governo ombra’ per mettere i bastoni fra le ruote al presidente.

C’è chi dice no Invito a dimettersi per 46 procurator­i, quello di Manhattan: “Mi deve cacciare Donald”

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Ansa Inquilino La Casa Bianca e Donald Trump
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