Il Fatto Quotidiano

Baci e attentati, il tempo delle mele sotto Daesh

A 16 anni si voleva sposare e far saltare la torre Eiffel, così sarebbe stata moglie di un martire

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Si volevamo sposare e poi avrebbero fatto esplodere la Tour Eiffel. Lui sarebbe morto da jihadista. Lei sarebbe diventata la vedova di un uomo “passato alla storia”, un martire come i fratelli Kouachi dell’attentato di Charlie Hebdo, e sarebbe andata a vivere in Siria, come Hayat, la compagna di Coulibaly, il killer del negozio kocher.

I DUE RAGAZZI sono stati arrestati prima di poter convolare a nozze e di passare all’atto, il 10 febbraio scorso. Quel giorno la Francia annunciava di aver sventato un nuovo attentato jihadista, il ventesimo da un anno a questa parte. Lei è stata fermata nella casa di sua madre, a Montpellie­r. Lui, in un appartamen­to prestato da amici a Clapiers, poco lontano. Qui gli agenti hanno trovato il necessario per fabbricare dell’esplosivo, acetone, acqua ossigenata, siringhe, guanti. Ma non abbastanza per far esplodere la Tour Eiffel. Quel progetto di attaccare il monumento parigino per eccellenza era di lei. Doveva essere un attentato “simbolico”.

Le Monde, che ha consultato i verbali degli interro- gatori, ne ha reso noti alcuni passaggi ieri. I due sono stati piuttosto loquaci con gli inquirenti. “Per far crollare la Tour Eiffel dovevamo essere almeno in dieci”, ha detto lei, che ha solo 16 anni. Angela, la chiama il giornale, per rispettare il suo anonimato. “Uno si sarebbe dovuto arrampicar­e sui piedi della Tour Eiffel, un altro avrebbe dovuto lanciare dei fumogeni per sviare l’a tt enz ion e. Un terzo avrebbe sparato sui militari”. Lui, Thomas, 21 anni, non ci credeva troppo. La Tour Eiffel era un bersaglio “troppo complicato”. Avrebbe preferito la stazione di Montpellie­r. I due si erano conosciuti su un sito di incontri per musulmani. Angela aveva vissuto male il divorzio dei genitori. Si era avvicinata all’Islam e aveva cominciato a mettere il velo. A- vrebbe lasciato la scuola per un corso da sarta.

SULLA CHAT si faceva chiamare Salafiya e portava il niqab. Thomas era Week-end war. Abitava mille chilometri più a nord, a Charlevill­e-Mezière. Seguiva una formazione come lattoniere ed era schedato ‘S’ per radicalizz­azione, per aver tentato di raggiunger­e la Siria. Nel giro di poco tempo si era trasferito a Clapiers. La coppia aveva cominciato a consultare i siti di propaganda dell’Isis e a ideare il loro progetto. Li avrebbe aiutati un certo Malik, 33 anni, che avrebbe fornito il passaporto falso ad Angela per fuggire in Siria. Anche lui è stato fermato a febbraio. La vigilia di Natale Thomas aveva chiesto la mano della fidanzata. Lei aveva registrato un video di alcuni secondi per giurare fedeltà al Califfo. Sarebbero passati all’atto a marzo. “La Francia mi innervosiv­a - ha detto Thomas alla polizia - qui non c’era futuro per me”.

Il piano

Lei voleva il raid in grande stile, lui nicchiava: “La Francia mi innervosiv­a, non avevo futuro ”

 ?? Reuters ?? Sentinelle Due soldati in servizio vicino alla Torre Eiffel nell’ambito dell’operazione Sentinelle, che ha portato i militari nelle strade dopo gli attentati
Reuters Sentinelle Due soldati in servizio vicino alla Torre Eiffel nell’ambito dell’operazione Sentinelle, che ha portato i militari nelle strade dopo gli attentati
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