Il Fatto Quotidiano

Il sindacalis­ta Cisl al Lingotto o dagli amici mi guardi Iddio

- » MARCO PALOMBI

Non è la prima volta che siamo costretti a ricorrere al classico della canzone napoletana che meglio ha definito il sentimento dello stupore di fronte alla non credibilit­à del reale. Com’è noto, infatti, Tamurriata Nera inizia come segue: “Io nun capisco ’e vvote che succede / e chello ca se vede nun se crede”. Nel nostro caso, però, non trattiamo di una creatura nata nera contro ogni previsione, ma di un sindacalis­ta bianco, nel senso della Cisl, al secolo Gigi Petteni, bergamasco classe 1954, che e- sercita la nobile attività di proteggere i lavoratori dal lontano 1976. Il nostro, che è membro della segreteria nazionale della Cisl, quindi non è un passante in quel mondo, è salito ieri sul palco del Lingotto: “Dobbiamo avere l’obiettivo per cui chi perde il lavoro non viene mai lasciato solo”, ha spiegato. E fin qui nulla di strano. Solo che poi, a stare al resoconto d’agenzia, ha aggiunto: “Dobbiamo dire con franchezza, senza aver paura dell’impopolari­tà, che il nuovo articolo 18 si chiama forma- zione. Dobbiamo dire la verità: nel lavoro che cambia bisogna aggiornars­i. Perché se sei aggiornato non perderai il lavoro”. Sembra di capire: la libertà di licenziare anche senza giusta causa va bene, tanto ci finisce sotto solo chi non è formato. Al netto della naïveté necessaria a pensare che il buon padrone salverà i lavoratori bravi, il sindacato non si dovrebbe occupare anche e soprattutt­o di quelli più deboli? Dagli amici, si sa, mi guardi Iddio che al crollo della quota salari ci pensa la Cisl.

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